Le parole del Cavalier Dante de La Baracca non nascondono la soddisfazione per essere riuscito ad avere ancora una volta un grande interprete della canzone d’autore nel suo locale:
“Don Backy è nella storia della nostra musica, un cantautore che ha fatto sempre dell’eleganza un suo marchio di fabbrica. La sua L’immensità ha fatto il giro del mondo ed ancora oggi lui è ritenuto un maestro dunque sono fiero di averlo in concerto a La Baracca”.
Don Backy è reduce dalla pubblicazione del suo nuovo lavoro discografico, Pianeta Donna, uscito lo scorso marzo (Edizioni Ciliegia Bianca) distribuito da Egea Music, accolto con clamore dal pubblico e dalla critica.
Anticipato in radio dal singolo Brinderò, Pianeta Donna è un album curatissimo sia dal punto di vista musicale che dei testi e contiene tredici canzoni con al centro l’universo femminile in ogni sua sfaccettatura.
Così Don Backy descrive il disco:
“Ho voluto realizzare questo nuovo cd, con l’intenzione di dedicarne le canzoni all’altra metà del cielo, in un momento in cui la donna conquista sempre più grandi traguardi ma subisce anche le sopraffazioni e le violenze più umilianti cui un essere umano può venire sottoposto, fino ad arrivare agli estremi, in cui è loro tolta la vita, solitamente da coloro cui si affidano per sentirsi, invece, protette. È la donna quindi al centro di questo mio nuovo disco, una donna cantata, di volta in volta, allegra, triste, sensuale, felice, decisa, avventurosa, amante, madre o moglie.
Ho tentato di rendere omaggio alla donna identificandola con la Fantasia alla quale infinita fonte si abbeverano poeti e cantori, per trarne le loro poesie e/o canzoni in Mai più. Ho pensato di porla al centro dell’Universo, portatrice di vita, in Brinderò, oppure renderla allegra compagna di giochi e di avventure in Cuore di Pietra o di essere un sogno svanito in La Porta del Paradiso e in Rapsodia, che sfocia nella perdita di sé, volando sulle ali di Impressioni di settembre (citazione della Pfm), in Rapsodia in red, brano che ho voluto dedicare alla memoria di Freddie Mercury, mediandone da questi, l’arrangiamento e i cori.
Rendendomi conto che avrei finito per scrivere un interminabile numero di canzoni e che comunque non sarei riuscito a raccontarne tutte le sfaccettature ho deciso infine di raffigurarla nel brano Pianeta Donna, attraverso una composizione cubista, un puzzle che ne attestasse la sua infinita multiformità, sia fisica, che d’ingegno.
“Anche stavolta – continua Don Backy – dopo aver calcolato che la canzone sarebbe durata ben oltre i sette minuti, ho deciso di chiuderla lì, intuendo l’impossibilità di poter definire in maniera … definitiva, quel Pianeta Donna, che chiamiamo l’altra metà del cielo.
Spendo una parola per un altro brano in questo cd. Si tratta di Nel Vento. Con questa canzone non intendo prendere una posizione pro o contro la pratica abortiva, gesto terribile e drammatico per la donna. Essa è scaturita dopo la lettura del libro di Oriana Fallaci, Lettera a un bambino mai nato. Ecco, alla feroce tenerezza e alla sofferenza della grande scrittrice, ho voluto dedicare l’immaginaria risposta di quel bambino, mettendogli a disposizione la mia penna e la mia voce”.
Questa la tracklist dell’album:
La porta del Paradiso, Cavallo Pazzo, Mai più, Rapsodia, Rapsodia in Red, Pianeta Donna, Brinderò, Non è un addio, Farfalla, Arriva Maria, Cuore di pietra, Nel vento, Pregherò
Biografia Don Backy:
Il toscano Aldo Caponi, già prima dello scoccare dei ‘60, è protagonista di alcune esibizioni nel genere rock and roll – insieme al gruppo, Kiss – con il nome d’arte di Agaton.
Nel 1962, grazie all’invio della sua prima canzone, La Storia di Frankie Ballan, entra a far parte del Clan e partecipa alla prima edizione del Cantagiro con il nuovo nome di Don Backy e la stessa canzone arrivando secondo nella classifica degli esordienti. Continua a parteciparvi negli anni seguenti, nel ’63 e nel ’64, con Amico e Io che giro il mondo. Scrive il testo in italiano di Stand By Me, di Ben E. King, col titolo di Pregherò, incisa poi da Celentano, come quello di un’altra cover Don’t play that song, che diventa il seguito di Pregherò, col titolo di Tu Vedrai, incisa da Ricky Gianco , oltre a quelli di Sabato triste e Sono un simpatico, sempre per Celentano.
Le sue esibizioni canore, sono accompagnate dal gruppo I Fuggiaschi (1963/1966) e successivamente da La Banda (1967/1970).
Pubblica per Feltrinelli, il libro Io che miro il tondo (1967) che risulta essere il primo scritto da un cantante in Italia. Altri volumi nel ’70 (Cielo ‘O Connors & Franz il Guercio, Soci a Parigi) e nel ’74 (Radiografia a un Pupazzo di neve). Resterà nel Clan fino all’inizio del 1968, quando ne uscirà per divergenze amministrative. Costituirà una propria etichetta denominata “Amico”, con la quale farà uscire il primo album concept prodotto in Italia, Le quattro stagioni di Don Backy (1968).
E’ l’anno che per il Festival di Sanremo scrive due canzoni: Casa bianca, cantata da Marisa Sannia e Ornella Vanoni, che si classificherà al secondo posto della classifica finale dopo aver vinto la prima serata, e Canzone, cantata da Celentano che nel frattempo gli si è sostituito, imponendosi all’organizzatore in coppia con Milva, con la quale si classificano al terzo posto.
Attivo sul fronte cinematografico come attore in numerosi film, tra i più famosi, Banditi a Milano, di Carlo Lizzani, con G.M. Volonté. I 7 Fratelli Cervi, di G. Puccini, sempre con G.M. Volonté. Barbagia, ancora di Lizzani, con Terence Hill e Satyricon di G.L. Polidori, con F. Fabrizi. Notevole l’interpretazione di Bisturi, nel film Cult di Mario Bava, Cani Arrabbiati, film da cui Quentin Tarantino, dichiara di essersi ispirato per il suo titolo, Le Iene.
Dopo un paio di esperienze in teatro, con due commedie musicali (Teomedio – 1980, Marco Polo – 1981), nelle quali è protagonista e autore delle musiche e delle canzoni, si dedica al fumetto con ben tre opere: L’Inferno, Clanyricon e la Commedia musicale a fumetti Sognando. Quest’ultima passa in Tv su Rai2 in 9 puntate (1978)). La passione per i paesaggi di neve fiamminghi, lo porta a dipingere una cinquantina di tele, per la sua personale galleria.
Inizia a scrivere il racconto della sua avventura artistica, a partire dal 1955, con l’avvento del rock’n’roll, in un prezioso volume illustrato e ricco di ricordi: Questa é la Storia… (1955/1969) (Coniglio, 2007) e lo riedita per la propria edizione, L’Isola che c’è (2008). Prosegue quindi il racconto, decidendo di arrivare fino ai giorni d’oggi. Pubblica così ancora due volumi (Storia di altre storie… (1970/1979) e Storia di altre strade… (1980/1989), con l’intenzione di editare entro il 2012 il quarto tomo dal titolo Le Mille in una Storia… (1990/2000) ed un quinto e definitivo, Tutto quanto si fa Storia… (2000/2010).
Ricca anche la produzione di Album/Cd, con circa venti titoli, da L’amore (Clan, 1965) a Il mestiere delle Canzoni (Ciliegia bianca, 2010), fino all’ultimo cd Pianeta Donna (Ciliegia Bianca, 2017).
Molte sono le raccolte dei suoi successi, pubblicate da svariate etichette.
Altrettante le canzoni di successo scritte da Don Backy, basta ricordarne alcuni titoli: Poesia, Canzone, Casa bianca, Bianchi cristalli sereni, Samba, Sogno, L’Amore, Cara, Cronaca, Non piangere stasera, Serenata, Un sorriso, Amico, Ho rimasto, Sognando, quest’ultima incisa pure da Mina. Anche se – indiscutibilmente – il suo nome è legato a L’immensità, canzone portata a Sanremo in coppia con Johnny Dorelli (1967) e incisa da grandi artisti nazionali e internazionali.
Il brano è contenuto nella raccolta Cult assieme ad altre 26 canzoni di sicuro successo.
Info Don Backy in concerto
Prenotazioni: 349/7551062; 0871/300337
La Baracca
Contrada Val di Foro, 39
Villamagna (Ch)