Pescara – Prima partecipazione della Nazionale di ciclismo paralimpico al progetto Solidarietà fa Sport, ideato dall’Assessorato alle Politiche Sociali del Comune di Pescara per sensibilizzare la cittadinanza, e in particolare i giovani, sulle varie forme di disabilità. Gli atleti Pierpaolo Addesi, plurimedagliato campione originario di Torrevecchia Teatina (Chieti), Andrea Pusateri, Gianluca Fantoni, Fabio Anobile (medaglia di bronzo alle Paralimpiadi di Rio 2016) e Michele Pittacolo (medaglia di bronzo a Londra 2012) hanno partecipato a un incontro con gli studenti della scuola secondaria di primo grado “G. Rossetti”, nell’ambito della giornata dedicata a “Sport e disabilità”, promossa dall’Istituto comprensivo Pescara 5 in collaborazione con l’Anmic Pescara e “Abruzzo volley integrato” dello Csen.
“La Nazionale sarà in ritiro a Pescara dal 5 all’11 giugno e parteciperà a una pedalata della solidarietà a cui sarà invitata la cittadinanza – ha preannunciato l’assessore Antonella Allegrino – Alcuni atleti, inoltre, saranno presenti agli incontri in programma nelle scuole che hanno aderito al progetto e che si terranno fino a giugno. Con questa partecipazione porteranno ai giovani la testimonianza di persone speciali, ma normali che, anche attraverso lo sport, hanno superato limiti e barriere, hanno conquistato medaglie e traguardi straordinari. Sarà un insegnamento per i ragazzi a superare con più determinazione gli ostacoli che, inevitabilmente, incontreranno nel loro cammino”.
Gli studenti della scuola “G. Rossetti” hanno ascoltato con attenzione e partecipazione le storie degli atleti, hanno saputo delle difficoltà incontrate nell’accettare i limiti imposti dalla disabilità, della voglia di reagire, di ritrovare l’entusiasmo e la fiducia in se stessi attraverso l’impegno sportivo. “Prima di arrivare al ciclismo, ho fatto altri sport, ma mi sono state sempre imposte delle rinunce che mi hanno fatto sentire diverso – ha spiegato Addesi – Ora sono molto più sereno, riesco a sentirmi uguale agli altri. Quando parlo agli studenti cerco di far capire loro che se siamo riusciti noi a superare la disabilità, anche loro non avranno difficoltà a risolvere problemi che sembrano insormontabili”.