“Sicuramente uno dei punti che guidano nel gestire la cultura di questa città è l’andare verso l’innovazione, la molteplicità di immagini e di contenuti culturali – ha rimarcato l’assessore alla Cultura del Comune di Pescara, Giovanni Di Iacovo – perché è una città che ha interessi molteplici, fiorenti, di diversi livelli e generi. Una città insomma che non è fossilizzata su un solo aspetto della cultura. In questo tentativo di rendere il più caleidoscopica possibile l’offerta culturale di questa città ho accolto con grande piacere ed interesse il ritorno della Commedia dell’Arte che credo sia una delle pagine del Teatro che ha il maggior fascino sia della struttura che dell’intrecciarsi della storia che noi vediamo come canovaccio che rivediamo in tanti spettacoli e in tante serie televisive. Poi, non ultime, le maschere della Commedia dell’Arte. Alcune le conosciamo perché appartengono al dna di questo Paese da moltissimo tempo. Oltre a questi personaggi noti che ho trovato in diversi Paesi del mondo, ci sono molti altri personaggi della Commedia dell’Arte, a volte inediti e a volta conosciuti. C’è anche una capacità di artigianato notevole: queste maschere sono fatte a mano dal regista dello spettacolo. Murè Teatro nel corso degli anni ha offerto a questa città da un lato Teatro di grande robustezza e dall’altro iniziative con una partecipazione sempre straordinaria”.
In scena gli interpreti Francesca Camilla D’Amico, Paolo Diodato e Marcello Sacerdote. Lo spettacolo è patrocinato dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Pescara.
“Crediamo che questo sia un genere che vada rivalutato e proposto – ha affermato Francesca Camilla D’Amico di Murè Teatro – proprio perché è stato un genere che ha permesso di far conoscere l’arte della Commedia italiana in tutto il mondo. Quindi siamo molto contenti di aver avuto questa importante collaborazione di un maestro come Antonio Fava e Murè Teatro si concentra anche su questa nuova avventura, in questo nuovo linguaggio che in qualche modo è legato a quello che si è portato avanti che è tradizione, identità, scoperta delle proprie radici per proiettarci nel futuro con più consapevolezza. Ho scoperto la Commedia dell’Arte prima sui libri all’Università e poi proseguendola ho scoperto che era molto importante per la mia formazione e adesso per la formazione del nostro gruppo perché si basa sull’improvvisazione, sulla conoscenza dei ruolo del personaggio, elementi con i quali si possono creare un’infinità di Commedie che si basano sull’improvvisazione”.
“Affronteremo dei personaggi molto classici, alcuni rinomati ed altri meno – ha spiegato Marcello Sacerdote – quello che salta di più all’occhio è senz’altro Pulcinella che è la maschera che ha tenuto in vita la Commedia dell’Arte che sembrava essere destinata a scomparire: Pulcinella l’ha salvata in qualche modo dando continuità alla Commedia del Sud. E nello spettacolo sarà presente la moglie di Pulcinella Donna Zezza ed il capitano che è un altro personaggio classico della Commedia dell’Arte che è il Fanfarone. L’improvvisazione è un metodo di costruzione dello spettacolo, attraverso l’improvvisazione su un canovaccio tutti gli elementi danno corpo a questo spettacolo. Lo spettacolo viene fissato in una struttura all’interno della quale ci sono spazi aperti in cui si improvvisa, cosa che fa emergere la meraviglia perché è frutto del contatto con il pubblico. Ci aspettiamo un buon riscontro e speriamo che il pubblico apprezzi questa operazione che abbiamo cercato di fare: omaggio ad una tradizione italiana molto importante che comprende e parla a tutti. la Commedia Popolare recupera una tradizione del passato ma allo stesso momento parla al presente, permette allo sguardo dello spettatore di fare una riflessione sull’essere umano attraverso la leggerezza della risata”.