“Rendiamo possibili soluzioni in cui uno stesso locale possa essere utilizzato da più imprese che condividono le relative spese di gestione, o alternativamente l’ipotesi in cui un unico promotore organizza la presenza di più imprese nello stesso locale di cui ha la disponibilità. In quest’ultimo caso – spiega l’assessore alle Attività Produttive Giacomo Cuzzi – il titolare di questo tipo di consorzio, da parte sua avrà il solo obbligo di dimostrare l’idoneità edilizia dei locali e dei rapporti privatistici con i singoli gestori affittuari. Promotori dell’iniziativa di plurinegozio possono essere indifferentemente il proprietario del locale che ospita il plurinegozio o un suo affittuario; quest’ultimo potrà sub-affittare a terzi, per le attività complementari costituenti il plurinegozio, se debitamente autorizzato dal proprietario del locale con cui ha contratto l’affitto principale. Grazie a questa riforma contiamo di aiutare i negozianti e gli artigiani ad abbattere i costi di affitto, a innovare la propria offerta e dare nuova spinta all’autoimpresa”.
Per aprire un plurinegozio la superficie complessiva di vendita delle varie attività commerciali, riconducibili singolarmente ad esercizi di vicinato e contestualmente inserite nella stessa unità immobiliare, non potrà eccedere la superficie complessiva di vendita di mq 250,00 , al netto di ulteriori superfici eventualmente utilizzate per servizi igienici, depositi, magazzini e disimpegni e comunque non destinati alla vendita. La superficie di ogni singola attività (di vendita e non) dovrà essere ben delineata rispetto alle altre ed evidenziata, e la coesistenza dei diversi esercizi e l’eventuale compresenza di attività operanti nel settore non alimentare e alimentare dovrà ovviamente operare nel pieno e rigoroso rispetto delle vigenti normative in materia igienico-sanitaria, attraverso la produzione di apposita NIAs corredata da tutta la documentazione necessaria e presentata per il tramite del SUAP alla competente AUSL.