La cerimonia, moderata dal professor Oscar Ruberto, alla quale hanno preso parte il viceprefetto Maria Di Cesare, la professoressa Donatella Bracali, vicepresidente dell’Associazione Venezia Giulia e Dalmazia, i rappresentanti delle Forze dell’Ordine, le Associazioni combattentistiche e d’Arma e le classi quarte del Liceo Scientifico D’Ascanio di Montesilvano, ha visto la deposizione della corona, benedetta da don Paolo Lembo, al monumento alle vittime delle Foibe.
«Siamo consapevoli – ha affermato il primo cittadino nel suo discorso – che ricordare quegli accadimenti non potrà cancellare morti, ingiustizie e dolore. Possiamo però adoperarci per evitare che tutto ciò che è avvenuto possa un domani ripetersi. Certo, se guardiamo ai tristi fatti che si stanno consumando a pochi chilometri da noi, nei Balcani, ci rendiamo conto che purtroppo gli errori e gli orrori si ripetono. Un intero popolo, quello dei siriani, sta vivendo le stesse atrocità che oggi stiamo ricordando. Un’intera popolazione sta chiedendo aiuto al mondo e, in primo luogo all’Europa. Ciò a dimostrazione che l’ intolleranza e l’odio sono sempre in agguato e purtroppo sempre attuali».
«Le Foibe – ha dichiarato la vicepresidente Bracali, figlia di una esule di Zara – sono sinonimo di orrore e terrore umano. Per anni, politici miopi hanno occultato la storia con un vile silenzio. L’istituzione di questo giorno è una conquista morale e politica, perché la verità di quei tragici giorni non può essere a sua volta infoibata. È un dovere ricordare e far conoscere questo dramma della storia italiana soprattutto alle nuove generazioni».