venerdì , 22 Novembre 2024

Targhe alterne: “Cos’è che ci impedisce di vivere ogni giorno la città in questo modo?”

di Laura Di Russo

Oggi, a differenza di martedì scorso (primo giorno di regime targhe alterne) sono uscita a piedi per andare al lavoro. Tre chilometri di “passeggiata” attraverso la città in parte liberata dallo smog e soprattutto dal traffico delle 9 del mattino. Scarpe comode, passo veloce, la sensazione di muoversi in libertà è impagabile al mattino, ed è quasi pari a quella di pedalare con il vento sulla faccia.

Ho attraversato a ritmo sostenuto la Strada Parco, via Regina Margherita, via Nicola Fabrizi, via Venezia. Ho goduto della possibilità di muovermi piacevolmente, dando uno sguardo rapido ai negozi già aperti lungo la strada. Certo, fermarsi in tutti quelli che mostravano qualcosa di interessante, visti i forti ribassi del periodo, era impossibile. Ma in uno non ho resistito e sono entrata. Dovevo farlo da circa tre mesi, e non avevo mai tempo di farlo. Un elegante negozio di computer e telefoni dove cominciare a decidere sul prossimo portatile da acquistare. Fatto questa piacevole digressione ho proseguito dritto verso l’ufficio, dove sono arrivata in grande forma, e felice per aver vissuto, in tre quarti d’ora di camminata, la sensazione di una giornata festiva.

Cos’è che ci impedisce di vivere ogni giorno la città in questo modo? E’ il traffico. Quel traffico maledetto che ci avvolge con una nube venefica, che procura rumore, nervosismo, invasione a tutti i livelli. Oggi le macchine ci sono, e sono ancora tante. Ma almeno circolano in maniera fluida, senza ingorghi e senza disordine. Tutto sembra più disciplinato, civile, tranquillo.

E penso con dispiacere a tutti quelli che fino a ieri sera si struggevano al pensiero di non poter avere l’auto disponibile. Alle loro corse per arrivare alle destinazioni del mattina prima delle 9 anche se potevano arrivare più tardi, e di andare via dopo le 13, stando attenti a non superare le 15,30 per poter riuscire. Il tutto per percorrere, magari, uno o due chilometri, che sembrano essere diventati un limite invalicabile per chi è abituato ad usare sempre l’auto o la moto.

Forse le targhe alterne non risolvono il problema dell’inquinamento atmosferico, è vero. Ma si avvicinano molto alle soluzioni da prospettare per una mobilità diversa. La cosiddetta “mobilità nuova”, fatta di pedoni, ciclisti, mezzi di trasporto collettivi e in condivisione. Una mobilità che ha il grande merito, prima ancora di realizzarsi davvero dalle nostre parti, di farci riscoprire un nuovo modo di vivere la nostra città.

 

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