Le associazioni: a rischio l’intera città in caso di alluvione, presentate osservazioni dettagliate a V.I.A., Enti e Procura della Repubblica.
«I progetti sul porto di Pescara per la realizzazione di una barriere soffolta e per la riapertura della diga foranea rischiano di far cadere la città dalla padella alla brace a causa dei rischi per la navigabilità e di alluvione», è quanto afferma in una nota la Segreteria Operativa Forum Abruzzese dei Movimenti per l’Acqua.
«I due progetti, che in realtà rappresentano un intervento unitario che solo un’artificiosa e probabilmente illegittima decisione ha separato,–commenta il Forum Acque– sono stati depositati il 19 e il 20 novembre al Comitato Valutazione di impatto Ambientale regionale per la procedura di verifica di assoggettabilità a V.I.A».
Forum Acqua, Pescara Puntozero e Stazione Ornitologica Abruzzese hanno presentato per tempo le osservazioni, inviate al Comitato VIA, a vari enti e alla Procura della Repubblica.
Lo scorso 4 gennaio sono scaduti, infatti, i termini per la presentazione delle osservazioni da parte dei cittadini. Ora il Comitato VIA dovrebbe vagliarli ma commenta il Forum H2o, «incredibilmente, il Provveditorato ha già provveduto all’appalto per entrambi i progetti, con tanto di elaborati. Quello per la barriera soffolta è stato addirittura già aggiudicato ad un’azienda (la MAC) lo scorso 16 dicembre mentre il 25 gennaio scadrà il termine per la presentazione delle offerte per quello per la diga foranea.
Una procedura che appare totalmente illegittima per tantissime ragioni, dal fatto sostanziale in quanto si pone “una pistola puntata alla tempia della Commissione VIA”, a quello amministrativo in quanto si è attivata la procedura di appalto, legando la pubblica amministrazione a progetti che non hanno ancora tutte le autorizzazioni! Stiamo parlando di interventi delicatissimi, dove sbagliare di un metro la localizzazione degli interventi può rivelarsi fatare visto il disastro del porto di Pescara negli ultimi 10 anni. Andrebbero approfonditi nei minimi dettagli, svolgendo l’intera procedura di V.I.A. senza fermarsi all’assoggettabilità e attivando l’inchiesta pubblica. Invece qui si cerca di andare di fretta».
Grazie allo studio delle carte le associazioni lanciano un vero e proprio grido di allarme a tutta la città e ai suoi amministratori commentando come «lo stesso studio di un’equipe universitaria allegato ad uno dei due progetti (stranamente non depositato per quello della diga foranea) ammette che con questi interventi (barriera soffolta e apertura della diga) il Porto rimarrà inagibile per diversi giorni l’anno perché le onde entreranno altissime nel Porto canale rendendo impossibile la navigazione.
La realizzazione della Diga Foranea –incalza il Forum Acque– pur creando gravissimi problemi (sedimentazione; qualità delle acque di balneazione) ha almeno azzerato i rischi derivanti dalle mareggiate per i fruitori del porto. La cosa viene certificata dallo studio del Prof. Gallerano. Infatti nello studio dell’opzione 0 (configurazione attuale) la protezione del porto canale è assicurata e l’altezza delle onde arriva a poche decine di centimetri al massimo. Questa condizione è più favorevole non solo per la sicurezza della navigazione ma anche per il deflusso delle acque del fiume in caso di piena in quanto le acque dolci non trovano l’ostacolo del moto ondoso. Il Prof. Gallerano sottopone ad indagine le altre configurazioni (la 1, 2 e 3), rimanendo d’altro lato esclusivamente nell’alveo dell’unica soluzione individuata a suo tempo dallo studio APAT (e, cioè, la deviazione del fiume con la curva) aggiungendo esclusivamente, come varianti, il pennello di protezione esterno all’apertura della diga foranea e la barriera soffolta. Lo studio non approfondisce, quindi, altre soluzioni che pure sono state proposte da più parti (prolungamento dei bracci attuali verso la diga; allontanamento della diga foranea; soluzioni tecniche sui moli attuali ecc.)».
La simulazione spiega il Forum porta a risultati estremamente preoccupanti «Infatti, in alcune condizioni nella configurazione proposta (apertura diga + barriera soffolta + pennello di protezione esterno all’apertura) il moto ondoso entrerebbe addirittura nel porto canale venendo anche amplificato e rendendo addirittura impraticabile il Porto canale! Si riportano gli stralci delle conclusioni della relazione per un altezza dell’onda di 2,0 metri. In questo caso il porto diventerebbe impraticabile per almeno 175 ore (cioè anche una settimana)».
Forum Acque “La cosa peggiora con onde alte 2,5 metri che produrrebbero onde alte 2,8 metri all’interno del porto canale”
La questione fa sapere il Foruma Acque, è assai delicata in quanto da quella direzione, come chiarisce la stessa relazione idraulico-marittima allegata al progetto, seppur molto raramente, possono arrivare anche onde di altezza tra 4 e 5 metri, cioè più del doppio delle condizioni che secondo la relazione depositata dal provveditorato renderebbero impraticabile il porto.
«Crediamo che ai fini del rischio idrogeologico debba essere assolutamente preso in considerazione l’effetto di una tale mareggiata –spiega poi il Forum Acque abruzzese– nel caso avvenisse contestualmente ad una piena del Fiume Pescara. Il mare potrebbe impedire il deflusso delle acque del fiume causando un vero e proprio disastro sulla città.
E dal Forum il richiamo per quanto avvenuto a febbraio del 2015 nell’area di Ravenna-Cervia, con il mare che ha impedito il deflusso delle acque cadute nell’entroterra causando gravissime alluvioni.
Per quanto riguarda i dragaggi, sicuramente il problema della sedimentazione sarebbe alleviato ma la stessa relazione spiegano gli ambientalisti, ammette che nella configurazione proposta bisognerà continuare a dragare ogni anno 15.000-20.000 mc di materiale probabilmente contaminato, la parte, cioè, più costosa.
«Infine le relazioni depositate non rappresentano fedelmente la realtà territoriale in quanto addirittura negano sul litorale interessato dai lavori della barriera soffolta la presenza di specie di flora e fauna di interesse. –Fa sapere a segreteria del coordinamento H2o– Ora, anche i muri conoscono la storia della spiaggia della Madonnina che, dopo anni di gestione attenta e con specifiche precauzioni, anche in occasione dei lavori di prelievo della sabbia a fini di ripascimento, presenta ora embrioni dunali con diverse specie rarissime di piante e animali, come il Limonium virgatum e il Fratino, protetti a addirittura a livello comunitario. Lo stesso Piano del demanio comunale destina quell’area a Parco delle Dune. Perché negare l’evidenza senza neanche provare a prevedere (a parte le restanti considerazioni sfavorevoli alle opere) interventi di mitigazione/compensazione?».
Per questo le associazioni hanno chiesto di fermare immediatamente l’iter avviato a loro dire da un provveditorato che vuole mettere tutti davanti al fatto compiuto e, cioè, «imporre il nuovo Piano Regolatore Portuale non ancora approvato iniziando a realizzare come se nulla fosse alcuni stralci. Le associazioni hanno formalmente diffidato le pubbliche amministrazioni affinché il futuro della città e la sua sicurezza siano definiti secondo procedure attente e rispettose delle norme italiane e comunitarie».