All’Università “G. d’Annunzio”, l’attore di cinema, televisione e teatro Stefano Fresi sarà l’ospite straordinario dell’appuntamento intitolato “L’uomo allo specchio. Satira e pittura di caratteri tra classico e contemporaneo”, nell’ambito della kermesse internazionale dedicata al celebre compositore abruzzese di colonne sonore Alessandro Cicognini
Chieti. Lunedì 28 ottobre alle ore 15.30 si svolgerà al Campus dell’Università degli Studi di Chieti “G. d’Annunzio” presso l’Auditorium del Rettorato l’incontro-spettacolo con l’attore Stefano Fresi. L’evento dal titolo “L’uomo allo specchio. Satira e pittura di caratteri tra classico e contemporaneo” è una collaborazione tra il Dipartimento di Lettere, Arti e Scienze Sociali dell’Università “G. d’Annunzio” e il “Festival Internazionale Cicognini”. La manifestazione si aprirà con i saluti del Prof. Liborio Stuppia, Rettore dell’Università, e del Prof. Carmine Catenacci, Prorettore vicario e del Maestro Davide Cavuti, direttore artistico del “Festival Internazionale Cicognini”. Seguiranno gli interventi del prof. Francesco Berardi, della prof.ssa Marialuigia Di Marzio e del prof. Patrizio Domenicucci. L’incontro sarà presentato dalla giornalista Mila Cantagallo ed è prodotto da “Stefano Francioni Produzioni”.
Stefano Fresi è un attore italiano versatile, noto per la sua interpretazione nel film “Romanzo Criminale” diretto da Michele Placido, e per il ruolo in “Noi e la Giulia” di Edoardo Leo. Ha anche brillato in pellicole come “Smetto quando voglio” di Sydney Sibilia e ha partecipato alla serie TV “I delitti del BarLume” e “Kostas”. Oltre alla recitazione, Fresi è anche compositore e musicista, facendo parte del trio comico-musicale “Favete Linguis” insieme alla sorella Emanuela e a Toni Fornari. Nel teatro, Fresi ha partecipato a diversi spettacoli, tra cui “Dioggene” diretto da Giacomo Battiato, in scena a Bologna, Firenze e Torino. Inoltre, ha recitato in “Pierino e il lupo” per la Fondazione Meyer al Teatro Moderno.
«La diversità dei caratteri umani – sottolinea il prof. Carmine Catenacci – ha da sempre attratto l’interesse della letteratura, ora per riflettere seriamente sulla natura dell’uomo e sulle norme di comportamento, ora per esorcizzarne gli aspetti deteriori attraverso il riso. Soldati fanfaroni, uomini avari e millantatori, dandies incipriati di ogni epoca popolano una galleria di personaggi ritratti al vivo dai testi classici. Una galleria di personaggi da percorrere insieme a Stefano Fresi, con il commento di docenti specialisti del nostro Ateneo, nell’ambito di una strategia più ampia di disseminazione della ricerca che ambisce a unire Università, Scuole e Territorio».
«Grazie alla collaborazione con l’Università di Chieti-Pescara Gabriele D’Annunzio, riusciremo a divulgare sempre di più le opere dell’illustre compositore abruzzese Cicognini alle nuove generazioni», ha dichiarato il maestro Davide Cavuti, fondatore e direttore artistico del “Festival Alessandro Cicognini”. «Nel corso della sua carriera straordinaria, il maestro Cicognini compose oltre trecento colonne sonore, realizzando il commento musicale per capolavori autentici della cinematografia internazionale».
Alessandro Cicognini (classe 1906), simbolo della musica cinematografica del neorealismo e autore di opere sinfoniche e liriche, ha composto oltre trecento colonne sonore. Mantenne la residenza a Francavilla al Mare per quasi tutta la sua vita: fu autore delle musiche di straordinari capolavori del cinema, collaborando con registi quali Alessandro Blasetti («La corona di ferro», «4 passi fra le nuvole», «Prima comunione», «Peccato che sia una canaglia»), Vittorio De Sica («Sciuscià», «Ladri di biciclette», «Umberto D.», «Miracolo a Milano», «Il giudizio universale»). La sua musica ha commentato le scene di film interpretati dai più grandi attori del suo tempo: Gino Cervi, Fernandel, Peppino De Filippo, Totò, Marcello Mastroianni, Sophia Loren, Gina Lollobrigida, Anthony Queen, Kirk Douglas, Clark Gable, Jennifer Jones, Montgomery Clift, Katharine Hepburne e molti altri. Si ritirò dal mondo del cinema alla fine degli anni Sessanta e decise di disfarsi di tutte le sue opere, buttandole nel fiume Aniene, a Roma. Non abbandonò mai la passione per la musica, dedicandosi all’insegnamento della musica ai giovani e ricoprendo le cariche di direttore del «Conservatorio di musica Francesco Cilea» di Reggio Calabria (1969) e, successivamente dal 1971, del «Conservatorio Luca Marenzio» di Brescia.