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martedì , 1 Aprile 2025
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Addizionale Irpef: Verì, “rimettiamo ordine nel dibattito sui conti della sanità”. Il M5S “cerca scuse”

Pescara, 28 mar. – “Basta parlare di cattiva gestione economica e finanziaria del sistema sanitario regionale: il disavanzo 2024 è legato ad altri fattori, oggettivi e misurabili, che nulla hanno a che fare con l’attività della Regione e delle Asl”.

Lo puntualizza l’assessore alla Salute, Nicoletta Verì, dopo la seduta della Commissione Bilancio a cui ha partecipato insieme al Direttore del Dipartimento, Emanuela Grimaldi.

“Per correttezza istituzionale – spiega la Verì – ho aspettato la discussione in Commissione sulla proposta di rimodulazione delle addizionali Irpef regionali, ma a questo punto è bene rimettere ordine nel dibattito, che si è trasformato in una rissa senza precedenti e soprattutto senza fondamento, perché la minoranza ancora una volta ha creato caos, confondendo piani, situazioni e buttato nella discussione temi che nulla hanno a che vedere con i conti della sanità abruzzese”.

Per ricostruire come si è arrivati all’attuale disavanzo, che ammonta a circa 81 milioni di euro, l’assessore fa riferimento ai dati dell’Advisor, la struttura esterna che supporta la Regione nei Tavoli ministeriali dal punto di vista amministrativo e contabile.

Scorrendo le cifre, il valore più importante è rappresentato dall’aumento dei costi del personale, che nel 2024 si attesta a 941 milioni di euro (ben 43 milioni in più rispetto all’anno precedente, legati agli adeguamenti contrattuali del personale sanitario).

“Già questo numero – sottolinea – fa ben comprendere il motivo per il quale si è fatto ricorso alla rimodulazione delle addizionali, il cui gettito è interamente destinato a finanziare questa voce. Vale la pena ricordare che tra il 2022 e il 2024 il saldo del personale del sistema sanitario regionale, al netto del turn over, è di oltre 500 unità in più. E nello stesso periodo, abbiamo assunto a tempo indeterminato 1850 unità di personale non dirigente, soprattutto a seguito delle procedure di stabilizzazione che hanno riguardato 1300 dipendenti, finora assunti con contratti precari e senza alcuna prospettiva di stabilità”.

La Verì, per la prima volta, interviene anche su quella che definisce la narrazione della voragine dei conti della sanità nascosta agli elettori prima delle Regionali.

“E’ una versione che semplicemente non sta in piedi – prosegue – perché il disavanzo 2024 è stato provocato da fattori imprevisti ed imprevedibili, non certo da poste negative che ci trascinavamo dal passato: gli adeguamenti contrattuali sono l’esempio più evidente. Ribadisco ancora una volta che il 2023, dopo la manovra correttiva per far fronte alle maggiori spese del periodo pandemico e dell’inflazione, si è chiuso in equilibrio, come certificato dai tavoli ministeriali e dalla Corte dei Conti. E questo è un fatto oggettivo”.

Dalla relazione dell’Advisor, aggiornata al quarto trimestre 2024, emerge inoltre che lo scorso anno si è registrato un incremento di 22 milioni di euro per prodotti farmaceutici ed emoderivati e di 3 milioni di euro sulla farmacia convenzionata, nonostante una contrazione del numero complessivo delle prescrizioni.

E ancora, tra le voci in aumento, ci sono 3 milioni in più per i dispositivi medici, 9 milioni e mezzo per l’assistenza informatica, oltre agli incrementi per l’acquisto di prestazioni dagli erogatori privati per oltre 14 milioni di euro finalizzati soprattutto ai piani di abbattimento delle liste d’attesa, così come previsto dalla normativa nazionale e regionale.

“Mi sembra chiaro – rimarca ancora la Verì – che ci sia ben poco da imputare ad una cattiva gestione, anche perché dal 2019 ad oggi vorrei ricordare che la Regione ha investito decine di milioni di euro per il rinnovo delle grandi apparecchiature e degli elettromedicali in tutti gli ospedali (e non solo con fondi Pnrr), a differenza di quanto fatto dal governo di centrosinistra che ci ha preceduto e che non aveva acquistato nemmeno un ecografo durante la sua amministrazione, oltre a precarizzare oltre ogni limite i rapporti di lavoro”.

L’assessore non nasconde le difficoltà, soprattutto sulla percezione del servizio da parte dell’utenza.

“L’ho detto più volte – conclude – la quota di fondo sanitario nazionale destinata all’intero Abruzzo è la stessa assegnata al Comune di Milano. Ed è evidente che la situazione di partenza ci vede fortemente penalizzati, ma questo non ci ha mai scoraggiati e trovo ingiusto che per meri scopi elettoralistici si continuino ad attaccare di fatto migliaia di persone, nelle Asl e in Regione, che quotidianamente e con impegno svolgono il proprio lavoro con grande abnegazione. Perché, al di là dei soliti e strumentali distinguo di facciata, l’attacco non colpisce l’assessore Verì, ma tutti coloro che lavorano nella nostra sanità regionale”.

Taglieri e Alessandrini (M5S): “Verì cerca scuse ma il disastro della sanità abruzzese ha nomi e cognomi: il suo e quello di Marsilio”

Pescara – A fare eco alle dichiarazioni dell’assessore alla Sanità, sono intervenuti i Consiglieri regionali del Movimento 5 Stelle Erika Alessandrini e Francesco Taglieri che replicano:


“L’Assessore Verì tenta di confondere le acque con numeri e giustificazioni tardive, ma la verità è una sola: il disastro della sanità abruzzese ha dei responsabili ben precisi, e sono coloro che da ben sei anni governano Regione Abruzzo. Oggi la destra fa pagare ai cittadini il prezzo della propria incompetenza con un aumento delle tasse, tentando di far passare per ‘imprevedibile’ un deficit sanitario strutturale che esisteva già prima delle elezioni, mentre loro, in cerca di voti, si autoproclamano salvatori della sanità. Se negli ultimi sei anni c’è qualcuno che ha creato caos, quello è proprio il centrodestra. Il giochino dello scaricabarile su quelli di prima non regge più perché quelli di prima sono loro”. Così i Consiglieri regionali del Movimento 5 Stelle Erika Alessandrini e Francesco Taglieri rispondono alle dichiarazioni dell’assessore alla Sanità.

“Sostiene la Verì che il disavanzo sia legato ad ‘altri fattori’ e che il bilancio 2023 fosse in equilibrio. Peccato che la realtà sia ben diversa: per chiudere il bilancio 2024 sono stati necessari dolorosi piani di rientro imposti alle quattro ASL, che hanno lasciato intere categorie di pazienti senza cure, dai malati cronici ai bambini autistici. Piani di rientro, tra l’altro fallimenti e insufficienti perché hanno tagliato i servizi e non sono bastati per colmare il disavanzo. E ora il conto lo pagano gli abruzzesi con un aumento delle addizionali Irpef da44,7 milioni di euro. Se il problema fosse davvero legato agli aumenti contrattuali del personale, la domanda è semplice: perché la Giunta Marsilio non ha previsto questi costi per tempo, come ogni amministratore responsabile avrebbe fatto?”, incalzano i consiglieri pentastellati. 

“Se oggi il personale sanitario costa di più è solo perché la destra ha ridotto gli organici a livelli insostenibili e ora si trova costretta a stabilizzare lavoratori che da anni garantiscono il funzionamento degli ospedali con contratti precari. Ma il problema non è solo economico: i pronto soccorso restano al collasso, le liste d’attesa sono infinite, la medicina territoriale è inesistente e nelle aree interne i medici di base sono un miraggio. L’unica certezza è che la Giunta Marsilio ha condannato gli abruzzesi a pagare due volte: più tasse e più spese sanitarie private”. 

“E ora la Verì prova anche a giocare la carta della vittima, accusandoci di attaccare chi lavora nella sanità. Nulla di più falso: il Movimento 5 Stelle ha appena presentato una legge per tutelare gli operatori sanitari dalle violenze, perché siamo dalla loro parte, sempre. Ma non staremo mai dalla parte di chi ha affossato il servizio sanitario pubblico. Invece di arrampicarsi sugli specchi, l’assessore si prenda le sue responsabilità. L’unica soluzione vera sarebbe una seria programmazione, il taglio degli sprechi e un piano di investimenti strutturali. Ma questa Giunta ha dimostrato di essere incapace di tutto ciò. Se ne vadano a casa prima di fare altri danni”, concludono Alessandrini e Taglieri.

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