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giovedì , 20 Marzo 2025
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Rincari IRPEF per l’Abruzzo, monta la protesta delle opposizioni

Pescara – In Abruzzo, la decisione della Giunta regionale guidata da Marco Marsilio di proporre un aumento dell’addizionale Irpef ha scatenato un’ondata di reazioni indignate da parte dei partiti di opposizione e delle forze sociali. La misura, volta a coprire un pesante deficit sanitario che si aggira intorno ai 60-80 milioni di euro, rischia di portare l’aliquota dall’attuale 1,73% fino al massimo consentito del 3,33%, colpendo in particolare i redditi superiori ai 28mila euro. Questo incremento, che potrebbe tradursi in un aggravio fiscale significativo per i cittadini, (da poche decine a oltre mille euro annui a seconda del reddito) arriva in un momento già critico per la regione, segnato da un’inflazione in crescita, salari stagnanti e un sistema sanitario in evidente affanno. Le minoranze in Regione, mettono in evidenza le liste d’attesa infinite, ospedali depotenziati, mobilità passiva record e un numero crescente di abruzzesi costretti a rinunciare alle cure. Di fronte a questa prospettiva, le opposizioni – da Sinistra Italiana al Movimento 5 Stelle, fino ad ALI Abruzzo – hanno alzato la voce, denunciando una gestione che ritengono fallimentare da parte del centrodestra e chiedendo un cambio di rotta. Tra richieste di tavoli di confronto con le parti sociali e minacce di mobilitazioni di piazza, ecco cosa hanno detto i rappresentanti dell’opposizione.

D’Alfonso (PD) su Marsilio: aumentare le tasse per tappare la voragine debitoria della sanità, applicazione perfetta della filosofia enunciata nelle chat del suo partito

«Marsilio gioca con la salute dei cittadini anziché porre rimedio alla sua incapacità politica, che si è progressivamente evoluta fino ad affossare l’economia regionale. E così, lunedì prossimo, la giunta regionale approverà le nuove addizionali Irpef, regalando agli abruzzesi un aumento delle tasse. Intanto, va espressa solidarietà alla consigliera regionale della Lega Carla Mannetti, (con la quale oggi Marsilio si è scusato, NdR) “colpevole” di aver manifestato la propria contrarietà all’imposizione di nuove tasse.
La voragine debitoria della sanità è apparsa improvvisamente dopo le elezioni regionali del 2024: la giunta regionale l’ha tenuta nascosta fino all’esito del voto, secondo la ben nota filosofia di Marsilio – enunciata nelle chat del suo partito – che recita: “Certe cose si fanno il giorno dopo le elezioni, quando hai cinque anni davanti per riassorbire le proteste”. È davvero surreale chiedere un aumento della tassazione per il livello di sanità attualmente erogato in Abruzzo, una regione in cui 120mila persone devono rinunciare alle cure e nella quale siamo in coda nei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA) per quanto riguarda la prevenzione e la sanità territoriale. La realtà è che Marsilio ci sta facendo ripiombare nel regime imprigionato del commissariamento, da cui eravamo faticosamente usciti nel 2016 grazie al lavoro compiuto dalla giunta regionale di cui ero presidente.
Chiediamo a Marsilio se ha valutato soluzioni alternative a quella dell’incremento dell’Irpef, tra le quali – come sarebbe ovvio – quelle di cacciare i manager inefficienti, eliminare gli sprechi e riorganizzare i servizi, prima di far pagare alle famiglie e alle imprese i suoi madornali errori in fatto di sanità. Chiediamo a Marsilio se è stato trasparente quando ha annunciato al Tgr, con faccia sorridente, l’aumento dell’Irpef; un aumento buttato in faccia agli abruzzesi senza aver spiegato l’entità vera del debito sanitario e senza elencare le cause che l’hanno generato, ma, anzi, giustificando il fatto con l’affermazione che “tanto in Abruzzo l’addizionale è ferma da anni”. Chiediamo a Marsilio di mettere le mani nelle sue tasche e di tirare fuori il coraggio – anche fosse poco quello che trova – per ritirare quest’odiosa gabella sulla salute dei cittadini, e di presentarsi al cospetto degli abruzzesi con un progetto di risanamento dei servizi sanitari basato sulla verità dei fatti, l’efficienza e l’equità. Chiediamo a Marsilio di rispondere a questa semplice domanda: ma com’è stato possibile finanziare le leggi mancia, i soggiorni del Napoli calcio e le costosissime agenzie di comunicazione mentre il buco della sanità diventava voragine?
Dica la verità sul debito, su chi lo ha causato e su come si è originato, o si dimetta.»
Così si è espresso in una nota l’On. Luciano D’Alfonso del Partito Democratico.

Il M5S pronto a scendere in piazza: “Giunta Marsilio senza vergogna, chiede altri sacrifici agli abruzzesi senza dare nulla in cambio” 

“L’aumento dell’addizionale Irpef rappresenta l’ennesima dimostrazione del totale fallimento dell’azione politica di un governo regionale di centrodestra che, in sei anni, ha disastrato la nostra regione fino a chiedere agli abruzzesi di versare lacrime e sangue per mettere una pezza ai danni da loro prodotti”, dichiarano i Consiglieri regionali del Movimento 5 Stelle, Erika Alessandrini e Francesco Taglieri, anche capogruppo in Consiglio regionale, che accolgono l’invito delle sigle sindacali a scendere in piazza per protestare contro l’aumento delle tasse qualora lunedì fosse confermata da una delibera di Giunta.

“Invece di agire di risollevare una situazione drammatica, Marsilio e la sua maggioranza assestano l’ennesimo colpo che gli abruzzesi incasseranno in pieno volto. Un aumento delle tasse che, è bene ribadirlo a gran voce, non corrisponderà a un miglioramento della qualità dei servizi esistenti oppure contribuirà alla nascita di nuovi dal momento che servirà, invece, ad arginare l’emorragia nelle casse di Regione Abruzzo per i danni prodotti da questa maggioranza di centrodestra. Il governo Marsilio, in questi sei anni, ha creato un disavanzo economico strutturale di sempre più difficile risoluzione e, dopo averlo negato fino allo sfinimento, adesso si è visto costretto ad ammettere il proprio fallimento per correre ai ripari. Peccato, però, che l’incompetenza e l’incapacità di questa maggioranza la paghino tutti gli abruzzesi, dapprima illusi con la promessa di rendere la nostra regione una sorta di Valle dell’Eden e poi riportati pesantemente con i piedi per terra con un drastico aumento delle tasse che si aggiunge a numerose altre azioni politiche sciagurate e dannose”, affermano i Consiglieri pentastellati. 

“Quanto si sta verificando in queste ore è sconcertante, compresi i litigi in seno alla maggioranza tra scambi di accuse, insulti e scontri verbali che palesano un centrodestra sempre più lontano dagli interessi degli abruzzesi ma focalizzato esclusivamente a risolvere le proprie beghe interne. Ed ora arriva la mazzata dell’aumento delle tasse da parte di quella frangia politica che ha sempre affermato, invece, di volverle abbassare, da parte di quegli uomini e quelle donne delle istituzioni che hanno puntato il dito contro noi Consiglieri di opposizioni apostrofati ‘bugiardi’, ‘esagerati’, ‘falsi’, ‘allarmisti’ quando affermavamo che si sarebbe arrivato a tanto, schierandoci, fin dal primo minuto, al fianco dei cittadini che chiedono un sostegno e non un altro aggravio alle loro finanze. Avevamo ragione allora, abbiamo avuto ragione adesso che la situazione è sfuggita di mano a chi governo Regione Abruzzo”, spiega la Consigliera Alessandrini

Così il capogruppo Taglieri: “A causa del malgoverno Marsilio, la sanità in Abruzzo è sull’orlo del baratro: gli ospedali sono sempre più depotenziati, interi reparti chiudono o vengono trasferiti spogliando i territori di servizi essenziali, c’è la costante carenza di personale medico e sanitario, i pronto soccorso sono quotidianamente teatro di episodi di cronaca tra disagi infiniti e continue denunce da parte dei cittadini e degli organi di stampa, le liste d’attesa rappresentano un ostacolo per chi ha necessità di curarsi oltre che un discrimine tra chi ha la possibilità di attendere e chi no, e chi non può o si rivolge al privato o rinuncia a curarsi. Perché in Abruzzo accade esattamente questo: migliaia di cittadini si ammalano gravemente e sempre più spesso non possono curarsi a causa di una sanità disastrata e inaccessibile. Il fallimento dell’amministrazione Marsilio ha altresì prodotto una mobilità passiva drammatica, un triste ‘svuota Abruzzo’ che allontana i cittadini dalla sanità pubblica regionale per fare la fortuna di quella delle altre regioni”.

Sottanelli e Pavone (Azione): “Gli abruzzesi costretti a pagare decenni di mancate scelte della politica nella sanità”

“Tasse al massimo, sanità al minimo: questo è il drammatico paradosso che vivono oggi gli abruzzesi”. Così Giulio Sottanelli, deputato di Azione e Capogruppo in Commissione Finanze alla Camera, e il capogruppo in Consiglio regionale Enio Pavone intervengono sulla proposta della Giunta Marsilio di portare l’addizionale IRPEF regionale fino al 3,33% per i redditi medio-alti, al fine di coprire un disavanzo sanitario stimato in 67 milioni di euro.

“Comprendiamo la necessità di evitare il commissariamento e la gravità di una situazione che, oltre a essere un dramma regionale, è una vera emergenza nazionale – dichiarano – ma auspichiamo che si trovino altre soluzioni per coprire il buco finanziario. Se così non fosse, diciamo con chiarezza che, per rispetto dei contribuenti, prima di chiedere loro ancora più soldi, il Presidente Marsilio e la Giunta regionale dovrebbero presentare agli abruzzesi un piano industriale che fissi gli obiettivi e gli standard di qualità, e tracci tutti i processi di riforme, ristrutturazione e razionalizzazione della sanità. Altrimenti quelli richiesti ai cittadini sarebbero ulteriori fondi buttati in un pozzo senza fine.”

“Il disavanzo della sanità abruzzese – spiegano i due – si è accumulato nel tempo a causa di spesa fuori controllo, riforme incompiute e assenza di programmazione. Commissariata dal 2007 al 2016, la sanità regionale non ha mai recuperato efficienza, mentre l’aliquota IRPEF è passata dall’1,4% all’1,73% senza essere mai ridotta. Nonostante un prelievo fiscale già elevato i servizi sono progressivamente peggiorati. Ora si tenta di fare nuovamente cassa sulle famiglie e sui lavoratori, senza alcuna garanzia di miglioramento dell’assistenza. Chi guadagna 40-50 mila euro annui pagherebbe tra i 300 e i 500 euro in più all’anno, chi ha un reddito di 100 mila euro supererebbe i 1.100 euro, ma continuerebbe a scontrarsi con ospedali in difficoltà, carenza di personale, liste d’attesa infinite. Addirittura, anche gli oltre 60mila abruzzesi che, secondo l’ultimo report, non hanno neanche un medico di famiglia dovrebbero pagare questo aumento. È un provvedimento che non risolve i problemi, ma li rinvia.”

“Tra questi problemi c’è il ritardo nell’individuazione dei luoghi in cui costruire i due DEA abruzzesi di II livello ha contribuito ad una crescita costante della mobilità passiva della nostra Regione che ha toccato, nel 2022, gli oltre 100 milioni di euro sul bilancio della sanità regionale. Già solamente effettuare questa scelta, diminuendo la necessità per gli abruzzesi di curarsi fuori Regione, potrebbe evitare l’aumento della tassazione. Al Presidente Marsilio e alla Giunta regionale chiediamo basta alla politica del galleggiamento che avviene a tutti i livelli amministrativi del nostro Stato.”

“Inoltre – concludono Sottanelli e Pavone – è importante sottolineare che l’aumento dell’addizionale IRPEF rischierebbe di avere effetti negativi sull’intero tessuto economico abruzzese. Un maggiore carico fiscale riduce la competitività delle imprese locali, che devono affrontare costi più elevati rispetto a quelle di altre regioni. Allo stesso tempo, l’Abruzzo perderebbe attrattività per professionisti, imprenditori e famiglie che valutano di trasferirsi, ma si trovano davanti un territorio con pressione fiscale crescente e servizi sanitari insufficienti. Questo andrebbe a peggiorare ancora di più la situazione dello spopolamento nelle aree interne. Una combinazione che frena investimenti, sviluppo e occupazione, aggravando ulteriormente la condizione economica della regione.”

Sinistra Italiana: basta prosciugare gli stipendi. Convocare un tavolo con le parti sociali

“Si fa cassa sugli stipendi, mentre le liste d’attesa negli ospedali si allungano, mentre 1 abruzzese su 10 deve rinunciare a farsi curare”. Parte così Daniele Licheri, Segretario Regionale Sinistra Italiana, nell’affondo contro la Giunta Regionale che va verso l’aumento dell’addizionale Irpef.

“Da una parte si va verso l’aumento delle tasse e i tagli di finanziamenti a cultura, ambiente e sociale, per ripianare il buco della sanità – dice Licheri –; dall’altra questi sacrifici non si traducono in servizi nemmeno lontanamente accettabili, mentre fiumi di soldi scorrono per mance ai territori o per grandi eventi di propaganda o di promozione, senza nessuna programmazione”.

Famiglie sempre più povere. “In un momento in cui l’Istat ha certificato a febbraio un aumento dell’inflazione in Abruzzo dell’1,7% pari a un rincaro annuo di 366 euro, che diventano 424 per una famiglia media di Pescara – premette Licheri – questa Giunta pensa di aumentare le tasse, con un incremento dell’addizionale Irpef, per coprire il buco della sanità, senza programmare una vera inversione di rotta per ridurre i debiti, che rischiano di continuare a crescere. Il problema è che la sanità non funziona e i debiti sono destinati ad aumentare”.

Sanità sempre peggio. “Se non migliorano i servizi, a partire dai tempi delle liste d’attesa, le persone che andranno a curarsi fuori regione continueranno ad aumentare, drenando ancora più risorse del bilancio regionale. I dati del 2023 sono inaccettabili: in 120mila persone hanno rinunciato alle cure, per le lunghe liste d’attesa e l’incapacità economica; nel saldo tra chi va fuori a farsi curare e chi viene in Abruzzo, ossia tra mobilità passiva e attiva, l’Abruzzo ha perso 60milioni di euro. I soldi in più che devono pagare gli abruzzesi vanno a finire alle altre regioni, impoverendo il nostro territorio di servizi e di posti di lavoro”.

Una tenaglia. “Temiamo che questo fenomeno diventi strutturale, la mancata programmazione della giunta fa aumentare i debiti e gli abruzzesi ogni anno pagheranno più tasse. Pretendiamo un tavolo immediato con le parti sociali mai convocate su questo”, chiede Licheri.

Radica (ALI Abruzzo): “No all’aumento delle tasse, chiediamo un tavolo sulla sanità e siamo pronti alla mobilitazione”

“I sindaci di ALI Abruzzo ritengono sbagliato aumentare le tasse alle famiglie in questo momento già di grave difficoltà per bollette e inflazione. Veniamo da una stagione di tagli e i cittadini che già soffrono una sanità al collasso non possono essere chiamati a pagare per risanare i debiti accumulati”: lo dichiara Angelo Radica, presidente di ALI Abruzzo. 

Radica prosegue: “Chiediamo alla Regione di fare marcia indietro e sollecitiamo l’apertura da subito di un tavolo che punti a migliorare la qualità del sistema sanitario regionale e contestualmente verifichi dove è possibile trovare le risorse per coprire il deficit e ridurre i costi. Da tempo gli abruzzesi soffrono una sanità con servizi non all’altezza: lunghe liste d’attesa, i pronto soccorso intasati, persone che rinunciano a curarsi o sono costrette ad andare fuori regione. Di fronte a questa situazione e ad una previsione di aumento delle tasse, senza che a questo segua un progetto di miglioramento del servizio pubblico, non possiamo che mostrarci fermamente contrari alla decisione di far pagare ai cittadini la cattiva gestione della sanità. Per questo chiediamo l’apertura di un immediato confronto in modo da rilanciare il servizio sanitario pubblico nella nostra regione, e siamo in ogni caso pronti alla mobilitazione”.

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