Salvi i 469 per ora i cervi, l’udienza di merito fissata dal TAR Abruzzo per il 14 maggio 2025 a stagione venatoria chiusa. Laconiche le associazioni “E ora?”
Pescara – Le Associazioni LAV, LNDC Animal Protection e WWF valutano positivamente la fissazione al 14 maggio 2025 dell’udienza di merito davanti al TAR Abruzzo a L’Aquila per il ricorso sulla delibera n. 509 dell’8 agosto 2024 sull’abbattimento di 469 cervi. Per allora, il calendario venatorio regionale avrà già cessato la sua efficacia e quindi i cervi non saranno più in pericolo. All’esito dell’udienza, se non verrà dichiarata cessata la materia del contendere, ci potrà essere una pronuncia che avrà valore per il futuro.
Si chiude così, almeno per il momento, una delle più impegnative battaglie in difesa della natura abruzzese degli ultimi anni. Quando ad agosto la Giunta regionale abruzzese decise di aprire la caccia ai cervi condannandone a morte – solo nella stagione venatoria 2024/25 – quasi 500, compresi i cuccioli, erano pochi a credere che si sarebbe potuto fermare la strage annunciata per il 14 ottobre.
Eppure, grazie all’impegno delle associazioni ambientaliste e animaliste, è partita una campagna che ha coinvolto personalità della cultura e dello spettacolo, associazioni di categoria e di protezione ambientale, enti locali e movimenti politici, e soprattutto i cittadini abruzzesi che hanno manifestato chiaramente la loro contrarietà a questa scelta che gli ambientalisti definiscono insensata rendendo noto come siano stati oltre 136.000 cittadini hanno sottoscritto la petizione on-line su change.org“Fermiamo la strage dei cervi in Abruzzo” – https://www.change.org/p/fermiamo-la-strage-dei-cervi-in-abruzzo (ancora oggi attiva), in 60.000 inoltre quelli che hanno inviato una e-mail di protesta direttamente al Presidente regionale Marco Marsilio e in tanti hanno partecipato ai sit-in e alle mobilitazioni, mentre sui social sono stati innumerevoli i post e i messaggi in difesa dei cervi.
“Di fronte a questa mobilitazione,-spiegano le associazioni- il Presidente Marsilio, come peraltro fa dall’inizio del suo mandato, ha scelto di non ricevere e ascoltare le ragioni delle associazioni ambientaliste e animaliste, mantenendo una posizione di totale chiusura al dialogo. Lo stesso ha fatto la maggioranza consiliare regionale che ha respinto persino la richiesta di sospendere la delibera ammazza-cervi.”
Di fronte a tutto questo, LAV, LNDC Animal Protection e WWF non hanno avuto altra strada che ricorrere alla magistratura amministrativa denunciando le illegittimità delle procedure seguite per giungere all’approvazione del piano che avrebbe consentito l’uccisione dei cervi dietro il pagamento agli Ambiti Territoriali di Caccia di un vero e proprio tariffario da 50 a 600 euro per ogni animale abbattuto.
Il Consiglio di Stato, accogliendo il ricorso presentato per le associazioni dagli avvocati Francesco Paolo Febbo e Michele Pezone, ha imposto la sospensione della delibera rinviando al TAR Abruzzo per la decisione di merito.
«E ora? La Regione Abruzzo vuole insistere su questa strada? Vuole veramente portare avanti questo conflitto che non giova a nessuno?»
Chiedono le associazioni, appellandosi ai componenti della Giunta regionale. “E questa volta, ci rivolgiamo, oltre che al Presidente Marsilio, agli assessori regionali Emanuele Imprudente, Nicoletta Verì, Roberto Santangelo, Tiziana Magnacca, Umberto D’Annuntiis e Mario Quaglieri (quest’ultimo assente al voto dell’8 agosto): voi che avete condannato a morte 469 cervi, se – come dite – avete agito per tutelare le colture agricole e prevenire gli incidenti stradali, accettate il confronto per trovare, insieme, soluzioni che non si traducano nella semplice uccisione di una specie simbolo della nostra regione come il Cervo. L’Abruzzo ospita grandi parchi nazionali (per la verità rimasti stranamente silenti in questa vicenda, salvo rarissime, autorevoli eccezioni) oltre che importanti Atenei con le giuste competenze per individuare soluzioni efficaci e non cruente.”
Le associazioni ricordando le mobilitazioni di migliaia e migliaia di abruzzesi, il ricorso delle Associazioni e alla decisione del Consiglio di Stato, concludono; “l’Abruzzo oggi ha una nuova opportunità per tornare ad essere la Regione dei parchi. Non la sprechiamo!”