lunedì , 18 Novembre 2024

Stop ai tagli all’università: la protesta degli studenti arriva a Teramo

Teramo – Gli studenti universitari d’Abruzzo hanno deciso di alzare la voce e scendere in piazza per difendere il diritto allo studio e denunciare le politiche governative che mettono in crisi l’istruzione superiore. A Teramo, in Largo San Matteo, il Coordinamento Regionale UDU Teramo-UDU L’Aquila-360 Gradi, oggi, ha organizzato una protesta che anticipa la Giornata Internazionale degli Studenti del 17 novembre, lanciando un messaggio forte: “Voi calpestate i nostri diritti? Noi protestiamo!”.

Le ragioni della mobilitazione sono molteplici. Tra i principali motivi di dissenso, spicca il taglio di oltre 41,7 milioni di euro al Fondo di Finanziamento Ordinario delle università annunciato dal governo. Questa decisione rischia di avere conseguenze drammatiche per gli atenei, un grido d’allarme già evidenziato dai rettori delle università di Chieti-Pescara, L’Aquila, Teramo e altre istituzioni accademiche del centro Italia. Secondo gli studenti, si tratta di una “batosta economica” che potrebbe compromettere la qualità della didattica e dei servizi offerti agli universitari, aggravando ulteriormente una situazione già difficile.

Anche il tema dei trasporti pubblici pesa gravemente sulle spalle degli studenti. In Abruzzo, i rincari dei costi del trasporto su ruota hanno reso gli spostamenti sempre più onerosi, e dal 2024 i biglietti ferroviari subiranno un ulteriore aumento del 15%. Questo, affermano i manifestanti, colpisce soprattutto i pendolari, già messi a dura prova dall’aumento generale dei prezzi. Sul fronte degli alloggi la situazione non è migliore: a Teramo, per esempio, le residenze pubbliche per studenti sono completamente assenti, costringendo molti universitari a ricorrere al mercato privato, dove spesso ci si trova ad affrontare costi elevati per soluzioni di scarsa qualità.

Un’altra richiesta centrale della protesta è l’erogazione immediata e integrale delle borse di studio, considerate un sostegno economico indispensabile per tanti studenti. I manifestanti non accettano che questo diritto venga trasformato in un rimborso tardivo e burocratico. Vogliono che le borse siano disponibili subito, per garantire l’accesso equo agli studi universitari senza ritardi.

Infine, gli studenti scendono in piazza anche per la pace e per chiedere che le università interrompano qualunque collaborazione con Stati o aziende legate alla filiera bellica. Condannando fermamente i crimini in corso in Palestina e Libano, affermano che le istituzioni accademiche hanno una responsabilità morale e politica e devono rifiutare ogni complicità con conflitti e violenze. Secondo i manifestanti, le università devono rappresentare un esempio di pace e umanità, non un sostegno alle guerre.

La manifestazione di Teramo è un grido di lotta e speranza: con determinazione, rilanciano il loro messaggio: “Libereremo il Paese!”.

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