Pescara – A pochi giorni dalla sesta asta per la concessione delle sorgenti termali di Caramanico, il vicepresidente del Consiglio Regionale Antonio Blasioli oggi in conferenza stampa ha lanciato un duro monito sulla situazione di stallo che continua a penalizzare il patrimonio termale e l’economia locale.
“La situazione è semplicemente inaccettabile. Nonostante i sette mesi trascorsi dall’assegnazione della gara alla Dre srl, la Regione non è ancora riuscita a stipulare il contratto per la concessione delle sorgenti,” afferma Blasioli. “È evidente che le gravi mancanze riscontrate nei documenti necessari stanno bloccando il processo e, se non risolte, rischiamo di perdere anche questa occasione.”
L’assegnazione della gara ha ricordato Blasioli, era stata formalizzata da Areacom, l’agenzia regionale responsabile delle commesse, già a gennaio 2024, ma a oggi la convenzione con la Dre srl non è stata firmata. Tra i problemi principali, Blasioli sottolinea l’assenza di documenti essenziali come il piano industriale e lo studio di fattibilità, necessari per comprendere le strategie della società per lo sfruttamento delle acque e l’approvvigionamento energetico.
“Aggiungo che la confusione creata dalla società Dre srl, che ha incluso dati relativi alla sorgente ‘La Salute’, già affidata al Comune di Caramanico e non inclusa nel bando, è un errore grave che non possiamo ignorare,” continua Blasioli. Inoltre, la mancanza della polizza assicurativa definitiva, richiesta dalla Regione, secondo il consigliere regionale Dem, complica ulteriormente la situazione.
Il rischio, secondo Blasioli, è che questi ritardi permettano alla Dre srl di recedere dall’accordo, lasciando nuovamente le sorgenti senza un gestore. “Se la Regione non rispetta i termini di 60 giorni per la sottoscrizione del contratto, Dre srl potrebbe legittimamente tirarsi indietro, con un danno economico e reputazionale per tutti noi,” avverte il vicepresidente.
Il futuro delle terme sembra sempre più incerto. Il valore della struttura è stato già pesantemente svalutato: l’asta di ottobre ha fissato il prezzo delle terme a poco più di 5 milioni di euro, mentre la Reserve è scesa a 7 milioni, ben al di sotto delle stime iniziali.
“Con ogni ritardo, la Regione sta continuando a depauperare un patrimonio importantissimo, non solo per i creditori, tra cui il Comune di Caramanico, ma anche per l’intero territorio,” ha sottolineato Blasioli. Il Comune attende crediti per 2,5 milioni di euro, mentre la chiusura delle terme ha colpito duramente l’economia locale. “Non possiamo permetterci ulteriori errori: troppo tempo è stato perso e la comunità sta pagando il prezzo di questa inazione.”
Per fare chiarezza sulla vicenda, Blasioli ora annuncia la richiesta di una commissione di vigilanza: “Ci sono troppi ritardi, troppe omissioni che meritano di essere approfondite. Non possiamo più accettare che si prosegua con questa gestione approssimativa.”