Spoltore – Gli alunni all’ultimo anno della scuola dell’infanzia, istituto Comprensivo di Spoltore, hanno dato vita ieri sera a Signs in The Street, un momento educativo espressivo musicale dove le famiglie, seguite dai docenti con la partecipazione di Rosanna Buono (rappresentante Usr ambito IV Pescara-Chieti), hanno mescolato vari linguaggi espressivi per realizzare lavori sotto gli occhi della comunità: genitori vestiti in nero e bambini in bianco, la piazzetta Rosa di via Basilea a Villa Raspa si è riempita di balli, pitture ed entusiasmo.
Tra gli spettatori anche il sindaco Chiara Trulli, l’assessore all’istruzione Francesca Sborgia, l’assessore alla cultura Nada Di Giandomenico, il dirigente scolastico Bruno D’Anteo. “Bisogna riqualificare le nostre città a misura di bambino” ha detto il sindaco nei saluti, annunciando l’apertura, prevista per venerdì 21 giugno alle 10.30, di una nuova area gioco da 3 a 6 anni all’interno del Parco Mambella, che si proprio a Villa Raspa. “Alle mie recite ho pianto di continuo” ha ricordato l’assessore Sborgia “qui abbiamo visto i bambini dare spazio alla loro genialità e spontaneità. In mano ai bambini questi spazi hanno la finalità giusta, Spoltore si deve caratterizzare per un’offerta culturale e didattica eccezionale: questa è la strada giusta”.
L’obiettivo di Signs in the Street è anche quello di vivere e abitare il quartiere, conoscere nuovi spazi che non sono solo un luogo di passaggio ma possono diventare un punto d’incontro e uno spazio di apprendimento. “Per la scuola ” spiega la presentazione del progetto “è il momento di aprirsi a nuovi orizzonti, nuove prospettive, liberare gli ambienti, fare spazio per valorizzare, ri-valutare, ri-progettare se stessa attraverso la partecipazione attiva e l’ascolto. E’ la conclusione di un percorso di crescita e trasformazione che ci ha visti tutti protagonisti di un’azione educativa condivisa: a cominciare dai bambini con il loro bisogno di raccontare se stessi e il mondo attraverso azioni e segni, dapprima semplici, quasi incomprensibili poi via via sempre più complessi fino a lasciare una traccia della propria unicità in famiglia, a scuola, nel mondo”.