martedì , 2 Luglio 2024

A Spoltore presentato il libro “Pitagora e il mistero della musica delle sfere”

Spoltore – “Nel 270 a.C. un filosofo minore greco, Eratostene da Cirene, calcolo la circonferenza della Terra, semplicemente con un’asticella e l’ombra, sbagliando meno di Copernico 1000 anni dopo. Noi abbiamo perso questa informazione ed è avvenuto il disastro: il concetto della terra piatta”. Non si è risparmiato Beppe Vessicchio, a Spoltore nella Sala Consiliare per la presentazione del libro di Biagio Russo “Pitagora e il mistero della musica delle sfere” (Drakon Edizioni). Oltre due ore di dialogo con l’autore, la giornalista Alessandra Renzetti e il pubblico tra musica, fisica, filosofia, arte e religione. Un volume di cui ha firmato la prefazione a suggellare un’amicizia nata “per caso”, come ha raccontato Russo: “fui invitato per una conferenza a Cecina, in provincia di Livorno, e c’era anche il Maestro Vessicchio. Mentre andavamo dietro il palco, dove la produzione voleva fare delle riprese, mi chiese: <<vorrei farti una domanda, ma non è che ti disturbo?>>”. Così, dopo la cena hanno chiacchierato in albergo fino alle tre e mezza. 

Russo, agente finanziario e musicista con la passione per l’antichità, ha diretto le sue conoscenze alla scoperta delle origini della musica. Cosa ha colpito Vessicchio del suo libro? “Ho un’ammirazione per i ricercatori, stare sulla frontiera del possibile o dell’impossibile è molto rischioso. Questo contraddistingue lo spirito dell’individuo, di quelli che non hanno paura: mal che vada non scoprono nulla ma hanno cercato di scrutare in avanti. E per farlo bisogna conoscere bene il proprio passato”. Dunque ha sottolineato il valore della memoria: parliamo della terra, parliamo delle sfere, dell’ambiente che ci ospita, di chi lo ha indagato a occhio nudo, riuscendo addirittura a osservare cose che oggi facciamo molta difficoltà a definire. Non avevano telescopi: o forse li avevano?” ha aggiunto sornione. 

Nel testo Russo mette a confronto i racconti di testi sacri (la Bibbia e il Libro dei Giubilei) e indaga il destino della Stirpe di Caino e della Stirpe di Set. Alla prima appartengono le competenze di musica e architettura, l’acquisizione di un mestiere: ma fanno parte di una genealogia maledetta, e così il sapere resta riservato a pochi. La seconda è invece quella che porta a Noè, ed è la genealogia degna di essere salvata anche dal diluvio. “A Pitagora” ricorda l’autore del libro “fu attribuito il primato di comprendere che l’altezza di una nota è proporzionale alla lunghezza di una corda”. Ma è stato davvero lui il primo a capirlo? Le immagini dello stendardo di Ur, l’arpa sumera e la lira rinvenute nel cimitero reale, realizzate 2000 anni prima della nascita di Pitagora, sembrano raccontare una storia diversa. Ad arricchire il pomeriggio, le letture di Andrea Rizzoli e gli intermezzi musicali al violoncello di Davide Fiordaliso, i saluti del sindaco Chiara Trulli e dell’assessore Nada Di Giandomenico.

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