domenica , 8 Settembre 2024

A Pescara una villa confiscata alla criminalità diventa casa per i senza dimora

Lunedì i primi quattro ingressi, il progetto finanziato dal Pnrr prosegue fino al 2026

Pescara – In via Tavo 310, in una villa confiscata alla criminalità, il Comune di Pescara ospiterà i senza fissa dimora. L’amministrazione guidata da Carlo Masci ha riqualificato il piano terra della struttura (e nei prossimi mesi sarà completato anche il primo piano), grazie ai fondi ottenuti dal Pnrr, e in questi locali porterà avanti un intervento di tipo sociale, per dare una nuova opportunità di vita agli ospiti, che saranno complessivamente 21, da qui fino alla fine del progetto (prevista nel 2026). I senza dimora da accogliere sono di Pescara e dei Comuni vicini: i Comuni sono quelli dell’Ecad 15 – Pescara – e dell’Ecad 16 Metropolitano, capofila Spoltore. In questa prima fase gli ospiti sono 4, ed entreranno nell’edificio lunedì, seguiti subito dopo da altri due, e ad occuparsene sarà “On the Road”: il percorso, per loro, comincerà con la presa in carico e si concluderà con il supporto nell’individuazione di un alloggio da affittare. 

Stamani la presentazione dell’edificio da parte dei sindaci di Pescara e Spoltore Carlo Masci e Chiara Trulli, degli assessori alle Politiche sociali dei due Comuni, Adelchi Sulpizio e Nada Di Giandomenico, con i rappresentanti di On The Road, a partire dal presidente Massimo Ippoliti, e lo staff delle Politiche sociali del Comune che ha seguito tutto l’iter, guidato dal dirigente Marco Molisani e da Roberta Pellegrino, Responsabile del servizio programmazione sociale e misure straordinarie per il Welfare. Presente anche Maria Luigi Montopolino, presidente della commissione Politiche sociali. 

“Complessivamente i fondi Pnrr destinati a questo progetto sono pari a 710mila euro”, hanno ricordato Masci e Sulpizio sottolineando la grande valenza sociale del progetto voluto dal Comune. “L’obiettivo finale è l’autonomia economica ed abitativa dell’utenza coinvolta, anche con  possibili percorsi di accompagnamento alla ricerca di sistemazioni abitative private: vogliamo dare una casa a chi si è ritrovato a vivere in strada, per un motivo o per un altro, e inserire queste persone in un circuito di vita normale, regolare. Una grande ambizione e siamo certi di cogliere l’obiettivo”, hanno concluso. È una strategia di successo, non nuova per il Comune di Pescara: infatti è stato già portato avanti positivamente un altro progetto, “Abitare i luoghi” (finanziato dal Fondo sociale europeo), che ha accolto ben 21 persone senza dimora, e di queste ben 11 hanno completato il percorso di accoglienza raggiungendo l’autonomia (8 hanno trovato lavoro). 

Delle 10 persone rimaste, 4 vivranno in via Tavo 310 e con altre sei si sta lavorando per il reinserimento nel tessuto sociale, anche abitativo. Intanto, stanno per prendere forma altre iniziative focalizzate sul sociale perché il Comune di Pescara, con ulteriori finanziamenti del Pnrr (1,7 milioni di euro) ristrutturerà i 4 appartamenti del progetto “Abitare i luoghi”: i lavori sono previsti a brevissimo. Con lo stesso finanziamento saranno realizzate anche le case di sgancio per le donne che sono state vittime di violenza e un asilo nido, hanno ricordato sempre Masci e Sulpizio: “tutto questo negli edifici che sono stati della criminalità e ora sono della comunità pescarese”. 

“Il nostro Ecad e quello di Pescara hanno deciso di lavorare insieme, e siamo contenti perché si restituisce un bene sottratto alla criminalità ad uno scopo veramente nobile, ed è quello di dare la casa a chi non ce l’ha: è un problema crescente, dilagante, a cui bisogna dare risposte”, ha commentato Trulli. “Teniamo tantissimo a questo progetto di Housing first che consentirà a 21 persone, gradualmente, di essere inserite in questa casa, per un periodo massimo di 6 mesi, fino al 2026. Grazie alla cooperativa che ha in gestione questo progetto, individuata con una procedura ad evidenza pubblica, queste persone saranno prese in carico e portate verso un percorso di autonomia abitativa. Si vuole ribaltare l’ottica dell’assistenzialismo per fare in modo che i senza dimora possano essere veramente essere presi in carico e avere un progetto duraturo”, ha sottolineato Pellegrino. “Nell’utilizzo di immobili sequestrati alla criminalità siamo stati i precursori in Europa”, ha ricordato Molisani parlando della sperimentazione che c’è stata con “Abitare i luoghi”, che ha permesso di sviluppare percorsi di reinserimento sociale con esito positivo.

“L’apertura di una casa così per noi è una festa perché”, ha spiegato Ippoliti, “ci consente di proseguire l’operazione che facciamo con il Comune dal 2020: siamo stati i primi, con il Comune di Pescara, a prendere delle case confiscate, durante il Covid. Loro hanno avuto la grande capacità di ristrutturarle, e noi abbiamo potuto gestire le prime accoglienze. Continuare è una gioia, è una festa e sarà la soluzione per tutti coloro che saranno qui: la loro prima reazione sarà la respingenza, la paura, ma poi ritroveranno la dimensione del quotidiano, anche grazie alla bellezza di questi spazi, e accetteranno di partecipare ad altre progettualità parallele, come è già accaduto per altri”.

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