Pescara – La quiete di Loreto Aprutino, è stata turbata dalla discussione riguardante la costruzione di una cabina di trasformazione primaria da parte di Enel Distribuzione in località Remartello e di quello che potrà seguirne in termini di occupazione di suolo agricolo con pannelli fotovoltaici.
Questo progetto, se attuato, potrebbe avere significative implicazioni sul territorio e sull’ambiente, suscitando dibattiti accesi tra sostenitori dell’energia pulita e difensori della tutela ambientale.
I consiglieri regionali Antonio Blasioli e Silvio Paolucci hanno sollevato nuovamente oggi la questione attraverso una risoluzione, proponendo la delocalizzazione dell’impianto per ridurre l’impatto ambientale e garantire il rispetto dei decreti volti a prevenire casi simili in futuro.
Al centro del dibattito, l’equilibrio delicato tra la necessità di aumentare la produzione di energia da fonti rinnovabili entro il 2030 e la protezione del territorio agricolo. I consiglieri Dem hanno sottolineato l’importanza di un’azione tempestiva per attuare il Decreto Legislativo 199/2021, che autorizza le Regioni a individuare le aree adatte per impianti rinnovabili, conciliando gli obiettivi energetici con la salvaguardia dell’ambiente.
Enel Distribuzione come hanno illustrato Paolucci e Blasioli, ha pianificato un ampio piano di potenziamento della rete elettrica nazionale, incluso il progetto di sette cabine primarie di trasformazione in Abruzzo, con un investimento di circa 90 milioni di euro.
«Tra queste cabine –hanno sottolineato– c’è ovviamente anche quella in località Remartello, per la cui realizzazione la società proponente ha individuato un terreno agricolo. Noi sposiamo in toto la richiesta del Comune di Loreto di delocalizzarla nella vicina zona industriale, un dislocamento che consentirebbe di minimizzare l’impatto ambientale senza determinare grossi stravolgimenti per E-Distribuzione, per cui questa mattina chiediamo al Consiglio Regionale di votare la nostra risoluzione. Un atto con cui intendiamo affrontare anche la prospettiva che più spaventa amministrazioni comunali, cittadinanza interessata e associazioni di agricoltori, e che discenderebbe dalla realizzazione della cabina, ovvero l’installazione di pannelli fotovoltaici fino ad un massimo di 400 ettari, costituendo uno dei campi fotovoltaici più grandi d’Italia.»
Il confronto con altre regioni, come l’Emilia Romagna, che hanno adottato misure per proteggere i suoli agricoli durante la transizione verso le energie rinnovabili, solleva l’urgenza per la Regione Abruzzo di prendere provvedimenti simili. I Dem ora attraverso la risoluzione, chiedono un’accelerazione delle procedure di approvazione dei decreti ministeriali e una ferma tutela delle aree agricole di valore storico e paesaggistico.
«Con questo atto intendiamo quindi chiedere anche alla Regione Abruzzo di fare la sua parte, di attivarsi per accelerare le procedure di approvazione del Decreto Ministeriale e soprattutto tutelare con ogni mezzo le zone agricole caratterizzate da produzioni agro-alimentari di qualità (produzioni biologiche, produzioni D.O.P., I.G.P., S.T.G., D.O.C., D.O.C.G., produzioni tradizionali) e/o di particolare pregio rispetto al contesto paesaggistico-culturale, al fine di non compromettere o interferire negativamente con la valorizzazione delle tradizioni agroalimentari locali e del paesaggio rurale.» Hanno concluso Paolucci e Blasioli.