Montesilvano – Nel contesto della crescente urgenza di trovare soluzioni efficaci ai problemi di mobilità nelle aree urbane, l’arch. Giuseppe Di Giampietro per Webstrade propone un esempio di visione innovativa e proattiva. Grazie al contributo della consigliera regionale Erika Alessandrini, recentemente eletta nella Regione Abruzzo, il cui rapporto stilato offre uno sguardo illuminante su un possibile modello di trasporto pubblico che potrebbe rivoluzionare la situazione tra Pescara e Rimini.
Erika Alessandrini, ingegnere di formazione e già attiva come consigliera comunale a Pescara, ha compiuto un viaggio studio a Rimini per esaminare da vicino il funzionamento della filovia Metromare, un progetto che collega Rimini e Riccione. L’obiettivo era individuare soluzioni innovative per affrontare una questione strategica nell’area metropolitana pescarese: la filovia sulla Strada Parco tra Montesilvano alberghi e Pescara Tribunale, da tempo fonte di conflitti e speranze per la mobilità locale.
Una delle caratteristiche distintive del modello adottato a Rimini è l’utilizzo di filobus articolati elettrici e a batteria, simili a quelli impiegati a Pescara, che viaggiano sia su sede propria che su sede promiscua. Tuttavia, le differenze nell’infrastruttura e nell’ambiente urbano permettono a Rimini di ottenere velocità competitive e un servizio efficiente. La presenza di protezioni complete per gli attraversamenti e la linea di corsa, unita alla gratuità del servizio per gli studenti, ha contribuito al successo della filovia a Rimini, con un milione di viaggiatori registrati in soli due anni.
Al contrario, Pescara si trova ancora ad affrontare sfide significative nel suo percorso verso la realizzazione di un sistema di trasporto pubblico efficace e sostenibile. «Pescara, che deve ancora ultimare il primo finanziamento di circa 30 milioni di euro ed ha perso il secondo finanziamento di circa 60 milioni, verso Sambuceto e la Tuburtina, per i ritardi accumulati, é impantanata in una vertenza infinita tra trasporto pubblico e passeggiate pedonali e ciclabili, rifiuto dei cavi della filovia e impatti del traffico stradale, aspirazione metropolitana di Nuova Pescara e localismo dei comitati anti-filovia.» Spiega Di Giampietro sottolineando come l’analisi della consigliera Alessandrini suggerisce che il problema della mobilità non può essere considerato isolatamente, ma piuttosto come parte integrante di una visione più ampia per lo sviluppo urbano e ambientale. La riqualificazione urbana, la promozione della pedonalizzazione e la riduzione del traffico costiero sono solo alcuni degli obiettivi che potrebbero essere raggiunti attraverso un approccio olistico alla pianificazione della mobilità.
«E’ vero che sono presenti tutti i limiti progettuali denunciati da alcuni comitati cittadini di Pescara, sulle barriere architettoniche, –aggiunge l’rsh.– l’insicurezza di incroci e attraversamenti, la lentezza del mezzo. Anche i tecnici, senza confronto, talvolta sbagliano. Ma occorre dare risposta alle giuste domande poste, integrando il progetto, non buttando l’opera senza affrontare i problemi. Sono tutti problemi superabili, e domande accoglibili, allargando le competenze progettuali e avocando alla visione estesa della città nuova e della pianificazione integrata, urbanistica, di mobilità e ambiente, della città nuova.»
La proposta di integrare la filovia con parcheggi di interscambio, corridoi ciclopedonali alberati e incentivi alla trasformazione edilizia privata secondo Di Giampietro, rappresenta un passo significativo verso la realizzazione di una città più sostenibile e vivibile. Per tradurre questa visione in realtà, sarà necessario un impegno collettivo e un processo decisionale trasparente e partecipativo.
«Le soluzioni esistono, riguardano i piani urbanistici, della mobilità, del verde, dei servizi pubblici di Nuova Pescara ed area vasta. Si può fare. Si deve fare, raccogliendo la sfida e progettando insieme la città nuova, con un processo di piano pubblico trasparente e partecipato.» Conclude il Coordinatore di Webstrade.