sabato , 23 Novembre 2024

Accessi privati su Strada parco: Di Giampietro “Diritti. Si, ma chi tutela quelli, della comunità?”

Montesilvano – «Rimaniamo perplessi di fronte alle richieste di alcuni privati che pretendono di accedere con i propri mezzi dalla Strada Parco, (invece che dalla rete stradale comunale, come fanno  in tutte le abitazioni circostanti), ossia dal sedime dell’ex ferrovia Adriatica, sicuramente proprietà demaniale pubblica, non alienabile ai privati, nè riducibile a servitù di accesso, essendo, la Strada Parco,  fino al 1992 una ferrovia storica (presente dall’Unitá d’Italia) e, dal 1996 indicato nel PRG di Montesilvano come asse del trasporto collettivo in sede propria.»

Così il Presidente comitato SMPP1, Saline.Marina.PP1 Montesilvano, arch. Giuseppe Di Giampietro che rimarcando di non essere a conoscenza di chi abbia concesso quei permessi di costruire e quegli accessi , dichiara: «Non solo sarebbero illegittimi, ma non possono costituire uno stato di diritto che offende l’interesse pubblico, palese e noto dei documenti di piano. Così come non è possibile pretendere, come avviene oggi, un diritto all’accesso veicolare mediante rampe di accesso sulla Strada Parco con pendenze lesive dei diritti di accesso, su quegli stessi marciapiedi, ai diversamente abili, sanciti dalla legge sulle barriere architettoniche del 1989. E mi stupisce anche, su questo tema  il silenzio di Claudio Ferrante, rappresentante dei diversamente abili ed ex funzionario del Comune di Montesilvano.»

Di Giampietro lamenta inoltre come sulla stampa, nelle commissioni, e nelle pubbliche dichiarazioni, venga dato spazio, senza contraddittorio, sempre e solo ai contrari all’opera del trasporto pubblico in sede propria intercomunale, (da Silvi) a Montesilvano a Pescara e oltre, prevista nei piani e finanziata. «Quell’opera, –spiega– oltre a rendere tutta la città pedonabile (_walkable_)dalla collina al mare, deve ridurre il traffico sulla fascia costiera e liberarci dai pesanti  effetti di 75mila veicoli sulla fascia costiera.  Ci domandiamo chi difende gli interessi della comunità che ha bisogno di quell’infrastruttura, che l’ha scelta nei piani urbanistici e della mobilità (a Pescara, non a Montesilvano che da 30 anni non ha un piano del traffico obbligatorio per legge). Un’opera indispensabile anche per unire i pezzi di Nuova Pescara e oltre, sancita dal Referendum del 2014. Vorremmo che, finalmente, il tema tornasse ad essere un argomento di discussione pubblica, trasparente, partecipata e competente, definita in un piano urbanistico e della mobilità. Perché, se ci sono i problemi, ci sono anche le soluzioni, che toccano gli interessi di tutti, non solo dei pochi che hanno un cortile da difendere.» Conclude l’arch. Di Giampietro.

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