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giovedì , 10 Aprile 2025
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CGIL: in Abruzzo 36 persone hanno perso la vita lavorando

Aumento drammatico degli incidenti sul lavoro in Abruzzo: Chiamata all’azione per un ambiente lavorativo più sicuroNel 2023
Nel 2023, 36 persone hanno perso la vita lavorando in Abruzzo, un dato allarmante che mette in evidenza la necessità di urgenti miglioramenti nelle condizioni di lavoro nella regione.

Pescara – Lo scorso anno, il numero di morti sul lavoro è aumentato in modo significativo, passando da 21 nel 2022 a 36 nel 2023. Questo dato, purtroppo, è in netto contrasto con la diminuzione degli incidenti sul lavoro, che sono scesi da 15.686 nel 2022 a 12.112 nel 2023.

Le vittime, tutte di sesso maschile (28 italiane e 8 straniere), sono distribuite principalmente nelle province di Teramo e Chieti con 13 decessi, seguite da 8 nella provincia di Pescara e 2 a L’Aquila. L’edilizia è emersa come il settore più pericoloso, registrando 7 morti, seguita dall’industria chimica, dall’agricoltura e dal commercio, ognuno con 5 vittime.

Dei 36 incidenti mortali, 31 sono avvenuti durante l’attività lavorativa, mentre 5 sono accaduti nel tragitto casa-lavoro. Un quadro inquietante che evidenzia la fragilità delle condizioni di sicurezza in vari settori.

I dati dell’INAIL rivelano che, nonostante il tragico aumento delle vittime, il numero generale di infortuni è diminuito del 23%, con una diminuzione in tutte le province. Tuttavia, il 20% di questi incidenti si verifica nei servizi sanitari, oltre il 10% nell’edilizia e circa l’8% nell’agricoltura.

L’88% degli infortuni ha avuto luogo sul luogo di lavoro, mentre il 12% è avvenuto durante il percorso casa-lavoro. Una situazione inaccettabile, considerando le tecnologie disponibili oggi per migliorare la sicurezza sul lavoro.

Il Segretario CGIL Abruzzo Molise, Francesco Spina, e il coordinatore regionale INCA CGIL Abruzzo Molise, Mirco D’Ignazio, hanno dichiarato che la situazione richiede azioni immediate. Sottolineando la necessità di politiche nazionali e regionali per ridurre la precarietà e limitare forme flessibili di lavoro che possono contribuire a un ambiente più pericoloso.

È urgente rafforzare i controlli attraverso un aumento del personale degli enti preposti, identificare e sanzionare le imprese che trascurano la sicurezza dei lavoratori e investire in formazione continua per i lavoratori. La richiesta di maggiori controlli annuali mirati sul territorio e un piano regionale di interventi secondo quanto previsto dal Dl 81 è un passo fondamentale per migliorare la sicurezza sul lavoro.

Gli investimenti in sicurezza e innovazioni tecnologiche, il rispetto delle leggi e dei contratti, insieme a un maggiore impegno da parte delle autorità ispettive, sono considerati essenziali per creare un ambiente di lavoro stabile e sicuro. Solo attraverso una cooperazione tra le parti sociali, la formazione continua e l’attenzione politica, il lavoro potrà trasformarsi da causa di morte a strumento di crescita economica e sociale.

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