Alla Galleria Sartori di Mantova dal 25 novembre al 7 dicembre la nuova personale della pittrice teatina
CHIETI – “La mia terra. Un percorso dentro le proprie origini” è il titolo della mostra che, dal 25 novembre al 7 dicembre prossimo, vedrà protagonista la pittrice teatina Gabriella Capodiferro nella prestigiosa galleria d’arte mantovana di Arianna Sartori, con cui da anni ha dato vita a un rapporto di proficua collaborazione. A presentare la mostra di Mantova, che si compone di una trentina di opere, tutte realizzate con la tecnica dell’incisione, è l’artista e amica veneziana Nicola Sene che spiega come l’instancabile lavoro di ricerca creativa della Capodiferro abbia incrociato, in questa occasione, l’opportunità per sperimentare nuove strade su tecniche e materiali: una miscela che si è saldata a un percorso emotivo legato all’amore per la propria terra, l’Abruzzo. «Gabriella – scrive così Sene – ha ritrovato il suo amato Abruzzo, e da questa ricerca sono nate una serie di opere d’arte che formano nell’insieme della sua mostra personale un racconto continuo che ci parla di questa terra aspra e pur generosa. L’artista sa dove vuole arrivare, ha ben chiaro il suo obiettivo e lo persegue con grande tenacia, i suoi cartoni-matrice sono già delle opere d’arte, costruite esattamente per raggiungere l’effetto che l’artista, nella sua lunga professione di pittrice, vuole ottenere. I colori, su quelle matrici così ben costruite risultano brillanti, decisi: gli ocra/sanguigna si accostano ai verdi delle colline o affondano nel blu/turchese di un raro fondale».
Nata a Chieti, ove vive e lavora, Gabriella Capodiferro si è formata a Venezia sotto la guida di due grandi maestri del Novecento come Bruno Saetti e Carmelo Zotti. Dopo aver insegnato disegno e storia dell’arte nei Licei statali, nel 1987 ha aperto il suo Atelier agli appassionati della pittura, fondando l’Associazione culturale artistica del “Movimento del Guardare Creativo” con l’obiettivo di fornire strumenti di “lettura visiva” sia agli artisti che al pubblico. L’impegno socio-culturale e didattico non ha mai rallentato la sua personale attività artistica che passa attraverso la sperimentazione di tecniche e di temi, oltre che l’organizzazione di mostre ed eventi.
«Il titolo della mostra – scrive la seconda presentatrice della personale nella città virgiliana, la critica d’arte Maria Gabriella Savoia – ci porta alla mente il blu del profondo mare e le larghe terre d’Abruzzo, ma chiaramente siamo nel mondo dell’astrazione per cui non vedremo il mare, le montagne o le terre d’Abruzzo, piuttosto ne sentiremo l’atmosfera, ne percepiremo la presenza e ne vedremo i colori. Morbide le profondità azzurre-blu del mare, mentre terragne, bruni, e marroni le ruvide montagne. E le opere sono da vedere, da guardare, da osservare attentamente, da ‘toccare’. Certamente questi fogli hanno deciso e ci dimostrano come l’artista si collochi a pieno diritto nell’ambito pittorico anche quando usi il linguaggio e le metodiche della grafica d’arte».