L’Aquila – Enel Produzione Spa intende realizzare una mega centrale idroelettrica da 300 MW denominata Pizzone II, che per essere un impianto di generazione e pompaggio trasformerà gli attuali laghi di Montagna Spaccata e Castel San Vincenzo in bacini di pompaggio. Il progetto prevede il ripompaggio in 8 ore di 2.200.000 m3 di acqua dal lago di Castel San Vincenzo a quello di Montagna Spaccata (con abbassamento quotidiano del livello tra i 5 e i 20 mt) con la realizzazione di due nuove gallerie e condotte forzate della lunghezza di vari Km, centrali in caverna, pozzi piezometrici, opere di presa e restituzione, e vari manufatti esterni a servizio dell’impianto, strade di accesso, piazzali.
Le aree di progetto però fanno notare i rappresentanti del WWF di Abruzzo e Molise, ricadono in buona parte all’interno del Parco Nazionale Abruzzo- Lazio e Molise, in zone molto sensibili sia dal punto di vista idrogeologico sia dal punto vista sismico «Pizzone –spiegano– si trova in zona sismica 1- rischio più elevato; le nuove vie d’acqua interrate interferiscono con i reticoli e corpi idrici/falde sotterranei e purtroppo le interferenze e gli impatti sono rinviati a studi da eseguirsi con il progetto esecutivo o addirittura in fase di esecuzione e dunque successivamente alla procedura di V.I.A..
L’Enel prevede la realizzazione dell’opera nell’arco di circa 6 anni (se si lavorerà in parallelo con varie squadre) con il taglio di 113.200 mq di bosco, la movimentazione di 975.000 mc di terre e rocce da scavo verso un piazzale dedicato ove saranno realizzati un impianto di frantumazione e un impianto di betonaggio. Trattasi di un impianto complesso e costoso (circa 700 milioni di €), enorme.»
Gli ambientalisti sono consapevoli che una centrale idroelettrica possa offrire un valido contributo alla transizione energetica poiché produce energia sfruttando una fonte pulita e rinnovabile (nonostante il grande consumo di energia per il pompaggio, pari o addirittura superiore a quella prodotta), nel cruciale momento storico che viviamo, caratterizzato da cambiamenti climatici che inducono ad agire in fretta per l’abbandono delle fonti fossili, tuttavia sono convinti che l’impianto proposto da Enel sacrifichi interessi altrettanto primari e di valore costituzionale «la protezione e salvaguardia degli ambienti naturali e paesaggistici, avrà un impatto significativo sulla fauna ittica e terrestre, –aggiungono– tra cui l’orso, simbolo del Parco, viola tutte le norme varate a protezione del Parco, il primo costituito in Italia, costituisce un rischio per le falde acquifere, determinerà la fine dell’economia che si è creata intorno ai due bacini e interromperà per sempre la fruibilità turistica di questo territorio. La produzione di energia da fonte rinnovabile non può essere lo scudo per giustificare tutti questi irreparabili svantaggi.
Non crediamo che la centrale idroelettrica possa essere l’unico tipo di impianto proponibile, anzi tanti progetti possono essere realizzati con i circa 700 milioni di € preventivati per la sua costruzione.
Nel bilanciamento di interessi, la bilancia dovrà pendere sul lato dell’ambiente e del territorio.» Concludono Giuseppina Negro, Presidente del WWF Molise insieme a Filomena Ricci Delegato WWF Abruzzo.