Pescara – L’Ordine degli Architetti di Pescara all’interno del festival dello sviluppo sostenibile dell’ASVIS ha organizzato la mattina del 13 maggio un Urban Talk salendo sulla terrazza panoramica che domina la città dalla storica e suggestiva collina del Parco Colle del Telegrafo, alla presenza dei sindaci e con i patrocini del Dipartimento di Architettura di Pescara e Legambiente Pescara.L’incontro ha dato ad architetti e cittadini la possibilità di guardare dall’alto la Nuova Pescara, una metropoli che si estende dalla collina fino al mare che nascerà dalla fusione dei territori di Pescara, Montesilvano e Spoltore.
“Il dialogo fatto con architetti, urbanisti, amministratori, sindaci ed ospiti, ha restituito immagini e visioni della città futura che nascerà dalla fusione delle tre realtà.” Sottolinea Luciana Mastrolonardo del Forum Cultura dell’Ordine, promotore e organizzatore dell’evento “E’ stata una mattinata affascinante per guardare la città dall’alto, con occhi nuovi e rinnovata meraviglia e costruire insieme la nostra idea di comunità delle futura Grande Pescara, con la fortuna di poter abbracciare con lo sguardo il territorio. ”
La vista dall’alto restituisce una città stretta tra il mare e la collina con una densità edilizia tra le più alte del nostro Paese ed un sistema collinare dove il costruito si sparge in maniera disordinata seguendo le direttive dei crinali e dei fondovalle lasciando pian piano spazio al paesaggio agricolo. L’unione dei tre comuni offre l’opportunità di un progetto urbano non più necessariamente fondato sul costruito, con interventi di riqualificazione e sostituzione edilizia, ma anche di un progetto sul vuoto, inteso come spazio di connessione e come luogo deputato ad accrescere la qualità urbana complessiva.
L’importanza del luogo è stata descritta da Martina Pantaleo, archeologa, e Vincenzo De Pompeis, dottore in scienze naturali, in un racconto storico e naturalistico del luogo, prima di dare la parola alle visioni di tecnici e docenti sul futuro della città.
Si sono avvicendati Lorenzo Pignatti direttore del dipartimento di Architettura di Pescara, che ha centrato l’Importanza della nuova città nella macroregione adriatica, che sarà tra le prime 15 città di Italia con i suoi 200 mila abitanti e su cui anche i dipartimenti dell’Università stanno organizzando un momento di studio a giugno. Poi l’architetto Salvatore Colletti tratteggiando la storia della città, attraverso i piani e gli interventi che si sono succeduti dalla sua nascita, he descritto i driver di crescita della nuova metropoli. Roberto Mascarucci, urbanista e docente, autore di numerosi piani urbani, ha faticato ad individuare nella “marmellata urbana” che la vista dispiega, un disegno al di là dei punti notevoli come la stazione e l’aeroporto. Il suo intervento a messo in primo piano la necessità di un disegno strategico che vada oltre le difficoltà burocratiche e che sia in grado di dispiegare un vero progetto metropolitano. Alessandro Sonsini, architetto e docente, ha definito la necessità di una visione alta che metta al centro la cultura e i cittadini e che non si lasci travolgere dalla politica, ma sia in grado di portare avanti una visione solenne, sostenibile e futura della città. Il docente Stefano Civitarese ha individuato alcuni interventi necessari alla nuova metropoli che si devono necessariamente affrontare attraverso il consumo di suolo zero e il target della neutralità climatica.
I sindaci di Pescara Carlo Masci e di Spoltore Chiara Trulli hanno evidenziato il grande lavoro che stanno portando avanti, oltre l’ordinaria e straordinaria amministrazione delle città, anche nel percorso comune che si sta portando avanti per unificare i servizi.
Ha concluso l’evento Angelo D’Alonzo, presidente dell’Ordine degli architetti di Pescara individuando nella visione d’insieme di cui si gode dalla terrazza del colle del telegrafo la consapevolezza di quello che è il “materiale” di lavoro di noi architetti. “Un po’ come nei primi anni 60’ con il primo uomo nello spazio, quando l’umanità poté prendere visione e coscienza del pianeta nel suo insieme e comprendere fino in fondo che quella era la sua casa, l’unica che aveva e che doveva preservare, oggi la vista della nostra area metropolitana dall’alto contribuisce ad accrescere la sensibilità e la responsabilità con la quale noi progettisti siamo chiamati a prendere parte alla sua trasformazione. Questo vale sia per gli urbanisti deputati alla lettura del territorio e alla definizione delle sue linee di sviluppo in termini di sostenibilità e miglioramento della qualità della vita, sia per chi si occupa di interventi più puntuali che necessariamente devono trovare corrispondenza in una visione complessiva dello sviluppo urbano. L’opportunità, quindi, di sviluppare un pensiero unitario su questo territorio, a partire da un sistema di mobilità integrata sostenibile ed efficiente, ma che interessi anche le diverse pianificazioni di settore, le politiche sociali, l’attrattività complessiva turistica, economica e produttiva.”
La fusione pertanto, deve cogliere le opportunità, restando vigile sui rischi di una speculazione edilizia incontrollata, di un attacco indiscriminato al paesaggio e alle risorse in genere, del consumo di suolo e di interventi privi di una comune visione di futuro.