sabato , 23 Novembre 2024

Ospedale di Pescara, elisuperficie: Pettinari (M5S) “8 anni dalla prima denuncia, nulla è cambiato”

PETTINARI : “BASTA SPRECHI IN SANITÀ. L’ASSESSORE ALLA SANITA’ DIA FINALMENTE RISPOSTE PUNTUALI E TEMPI CERTI PER LA RISOLUZIONE DI QUESTA PARADOSSALE SITUAZIONE”

“A  otto anni dalla mia prima denuncia e a un anno dal mio esposto alla Procura della Repubblica la situazione legata all’elisuperficie dell’Ospedale di Pescara, è rimasta politicamente ferma al palo. Continuiamo a far atterrare i pazienti prelevati dall’elisoccorso all’aeroporto mentre l’ospedale è dotato di un’elisuperficie, e per il trasporto fino al Pronto Soccorso paghiamo il servizio a un’ambulanza privata. Tutto questo è inaccettabile. Siamo davanti a un caos burocratico, fatto di progetti commissionati e mai utilizzati, lavori progettati e mai partiti. Ora basta con questi sprechi!” a dichiararlo è il Vicepresidente del Consiglio regionale Domenico Pettinari, che incalza “Sono anni che mi batto affinché venga fatta luce sul servizio dell’elisuperficie nell’Ospedale Santo Spirito di Pescara. I ritardi di questa Giunta continuano  a tenere in ostaggio un servizio fondamentale per la sicurezza dei cittadini. In Abruzzo, infatti, sono solo due le basi destinate alla partenza degli elicotteri di emergenza, L’Aquila e Pescara.

Il calvario dell’eliporto pescarese – spiega nel dettaglio Pettinari – comincia nel 2017, a seguito del nuovo bando per l’affidamento del servizio di elisoccorso, la Asl dispone di elicotteri di diversa tipologia che però si sarebbero scoperti troppo pesanti per essere supportati dall’elisuperficie a causa del tonnellaggio superiore rispetto al mezzo precedente.

Un autogol costato agli abruzzesi centinaia di migliaia di euro di soldi pubblici. Infatti, per colmare questa problematica, l’elicottero non viene più fatto atterrare in ospedale ma viene dirottato verso l’aeroporto di Pescara. Una volta lì un’ambulanza privata, pagata dalla ASL di Pescara 3.800 euro al mese più 0,39 cent a chilometro percorso, trasporta il malato fino in ospedale.

Spostando poi il focus sull’aspetto prettamente sanitario, è paradossale che, per esempio, un paziente con politraumi invece di arrivare direttamente in Pronto soccorso e in pochi minuti avere l’assistenza medica, si trovi a dover essere trasportato dall’Aeroporto e allungare di molto il tempo di intervento per le prime cure salvavita, soprattutto in situazioni in cui anche pochi minuti fanno la differenza per la salvezza del paziente.

A complicare una situazione, già abbastanza intricata, ci ha pensato ASL con un repentino cambio di rotta sull’agibilità dell’elisuperficie: prima affida un progetto di adeguamento dell’eliporto, con una stima di spesa di 500 mila euro, per i lavori strutturali che avrebbero consentito alla piattaforma di sostenere il tonnellaggio dei mezzi di soccorso, ma poi inspiegabilmente questi lavori, seppur progettati, rimangono su carta e non vengono mai eseguiti. Probabilmente, e qui sta il paradosso, questo stop si deve a un’inversione di marcia in cui improvvisamente si sostiene che l’elisuperficie, a differenza di quanto sempre sostenuto in precedenza, poteva tranquillamente permettere l’atterraggio dei nuovi mezzi e che quindi non sarebbero serviti lavori di rifacimento e potenziamento della struttura, ma solo della segnaletica e della pavimentazione. 

Ma anche questi lavori, che sembrano essere stati ultimati a luglio 2021, evidentemente non hanno permesso lo sblocco della situazione visto che a oggi l’elisuperficie non è ancora funzionante.

Le uniche certezza che abbiamo, dopo 8 anni di calvario, sono che i pazienti che hanno bisogno di trasporto urgente continuano a essere trasportati dall’aeroporto al Pronto Soccorso. Alla luce di tutto questo – conclude Pettinari – è doveroso che l’Assessore Verì faccia subito chiarezza sull’attuale situazione relativa all’elisuperficie, dando risposte chiare e puntuali, e ripristinando un servizio essenziale per tutti i cittadini abruzzesi. Solo così potremo mettere la parola fine al disservizio e a questa  emorragia di denaro pubblico per il costo della navetta”.

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