Chieti – in Abruzzo, le imprese artigiane che operano nei comparti manifatturieri con la maggiore intensità di utilizzo dell’acqua, a rischio emergenza in vista dei mesi più caldi; danno lavoro a 4.045 addetti. Del totale, 411 imprese sono nel Chietino (1.270 addetti), 251 nell’Aquilano (614 addetti), 356 nel Teramano (1.274 addetti) e 294 nel Pescarese (887 addetti). Una delle criticità principali resta la dispersione della risorsa idrica. Se l’Abruzzo, con una dispersione in distribuzione pari al 59,8%, è al secondo posto dopo la Basilicata, Chieti è maglia nera d’Italia: nel comune si perde il 71,7% dell’acqua immessa in rete. E’ quanto emerge da un approfondimento condotto, in occasione della Giornata mondiale dell’Acqua, dal Centro studi di Confartigianato Imprese Chieti L’Aquila, che ha elaborato dati della Confederazione nazionale e dell’Istat.
Tra i settori più idro-esigenti Confartigianato indica quello estrattivo, seguito da tessile, petrolchimico, farmaceutico, gomma, materie plastiche, vetro, ceramica, cemento, carta e prodotti in metallo. Non volendosi soffermare solo sull’artigianato, in Abruzzo nel complesso sono 2.467 le imprese operanti nei settori con la maggiore intensità di utilizzo dell’acqua, per un totale di 28.814 addetti: 819 imprese sono nel Chietino (11.236 addetti), 413 nell’Aquilano (2.122 addetti), 737 nel Teramano (8.329 addetti) e 498 nel Pescarese (5.128 addetti).
Quando si parla di acqua, una delle criticità principali è quella della dispersione. In tal senso, tre comuni capoluogo su quattro, in Abruzzo, registrano dati allarmanti e superano la media nazionale (36,2%): dopo Chieti, maglia nera d’Italia con il 71,7% di dispersione, ci sono Pescara (58,9%, undicesimo posto) e L’Aquila (50,7%, 25/mo posto). Si salva solo Teramo, in 72/ma posizione con il 28,6%. Le perdite superano i cento metri cubi al giorno per chilometro di rete a Chieti e a Pescara; all’Aquila la dispersione va dai 25 ai 39 metri cubi al giorno per chilometro di rete.
Per quanto riguarda le misure di razionamento, nel 2021 a Chieti la riduzione e sospensione dell’acqua potabile è avvenuta per 172 giorni per fascia oraria e/o per tutto il giorno a giorni alterni per un totale di 40mila persone coinvolte. Da questo punto di vista, quella di Chieti, insieme a poche altre città, è una delle situazioni più critiche d’Italia. Come se non bastasse, le perdite idriche sono in aumento in 14 regioni: tra quelle con gli incrementi maggiori c’è proprio l’Abruzzo.
Il 35,2% degli abruzzesi, tra l’altro, non si fida a bere acqua del rubinetto: il dato è più alto della media nazionale, pari al 29,4%. Nella regione, inoltre, otto persone su dieci consumano almeno mezzo litro di acqua minerale al giorno.
“I numeri parlano chiaro – affermano il presidente di Confartigianato Chieti L’Aquila, Camillo Saraullo, e il direttore generale Daniele Giangiulli – ci troviamo di fronte a reti colabrodo e, come viene annunciato da più parti, ci attendono ancora mesi di emergenza idrica. I dati fotografano l’inadeguatezza del sistema idrico abruzzese, che di efficiente ha ben poco, nonostante i costi alti sostenuti da utenti e imprese. I cittadini, gli artigiani e il sistema produttivo abruzzese, al contrario, meritano un sistema idrico efficiente e moderno. Significativi anche i dati sulla poca fiducia verso l’acqua del rubinetto: la qualità delle nostre acque è altissima e in tal senso servirebbe una campagna per sensibilizzare i cittadini, anche ai fini della riduzione dell’uso della plastica e in un’ottica di sostenibilità”.