Da allora l’antico rito è annualmente ripetuto a Manoppello e si conclude con una breve processione davanti il sagrato. Il 17 gennaio 2021, tornò per presiedere la celebrazione mons. Gänswein, ribadendo, tra l’altro, che “Il primo settembre 2006 Papa Benedetto ha riportato di nuovo nella Chiesa e in tutta la terra il “volto di Dio umano” e personale”. Aggiunse il richiamo a quando il 15 maggio 2009 “Benedetto visitò il Santo Sepolcro a Gerusalemme, dal quale provengono tanto il velo del Volto Santo quanto la Sindone torinese come messaggio incomparabile della Risurrezione di Cristo dai morti”. Affermazioni rilevanti, che possono farsi risalire al pensiero del papa, e naturalmente a quello dello stesso mons. Gänswein e che fanno ripensare all’umile profezia di p. Domenico da Cese, che giunse alle medesime conclusioni negli anni settanta, esprimendole coraggiosamente nelle note che accompagnavano un santino che riproduceva il Volto Santo. Nel libro “Nient’altro che la verità” (ed. Piemme, Milano, 2023), scritto da mons. Gänswein, con la collaborazione del giornalista Saverio Gaeta, non mancano riferimenti al Volto Santo. Il libro, uscito qualche giorno dopo la morte di Benedetto XVI, sta destando clamore per alcuni particolari emersi soprattutto durante il periodo successivo alle dimissioni, che forse avrebbero richiesto maggiore riservatezza, pur comprendendo l’umano desiderio di chiarire alcuni episodi, dopo quasi dieci anni di silenzio, anche a tutela della memoria del papa scomparso.
Il libro rappresenta, in ogni caso, un’opportunità per conoscere meglio la visione del papa recentemente scomparso. Si sostiene, tra l’altro, che per papa Ratzinger alla base della trilogia “Gesù di Nazareth”, c’era la convinzione del messaggio salvifico di Gesù, “che non è semplicemente una dottrina, bensì il concreto incontro con la sua persona, con il Dio che si è realmente fatto uomo e che continua ad essere presente in ogni tempo”. Al riguardo, mons. Georg richiama le parole che il papa ebbe a pronunciare a Manoppello davanti al Volto Santo: “Per vedere Dio bisogna conoscere Cristo…”. Inoltre, si conferma l’invito di mons. Forte, all’allora cardinale Ratzinger, al quale donò una copia del libro sul Volto Santo, curato da Saverio Gaeta, stampato da Famiglia Cristiana nel marzo 2005. In appendice, è pubblicato il testamento papale, scritto il 29 agosto 2006, ossia mentre si apprestava al suo pellegrinaggio al Volto Santo, di cui sapeva giù tutto (anche oltre i libri che gli erano stati donati), comprendente il suo lascito spirituale: “Rimanete saldi nella fede! Non lasciatevi confondere! Gesù Cristo è veramente la via, la verità e la vita – e la Chiesa, con tutte le sue insufficienze, è veramente il Suo corpo».
Si discuterà a lungo del papato di Benedetto XVI, come pure della sua rinuncia, che è sembrata ispirata al gesto compiuto nel 1294 da Celestino V, sui cui resti mortali custoditi nella Basilica di Collemaggio si recò in preghiera a L’Aquila nei giorni successivi al terremoto che colpì l’Abruzzo il 6 aprile 2009 e ancora, in visita pastorale a Sulmona il 4 luglio 2010. Ma aver riportato nella Chiesa lo sguardo sul volto di Cristo rimarrà un atto storicamente ascrivibile al suo pontificato.