Moscufo – Venerdì 18 Novembre, di nuovo in una notte di un fine settimana, un’auto si è ribaltata uscendo fuori strada sulla *rotatoria sulla SS151* di fondovalle Tavo.
«Era prevedibile, previsto dai tecnici ed è successo per la seconda volta in un mese. Dopo il grave incidente del 15 Ottobre scorso, quando si è distrutta un’auto che ha scavalcato la rotatoria, uscendo anch’essa fuori strada di notte, un nuovo incidente grave sulla rotatoria dell’orrore, contestata, della quercia abbattuta.»
A sottolineare quanto avvenuto è l’Architetto Giuseppe Di Giampietro Presidente di Webstrade che lamenta come, nonostante le diffide preventive in fase di costruzione, nonostante le relazioni di tecnici progettisti, ingegneri e architetti, e le relazioni di ambientalisti, forestali e paesaggisti, per cambiare il progetto ANAS della rotatoria sulla SS151 e la via Sardegna, il progetto sia stato realizzato da ANAS senza ascoltare proteste e diffide, tagliando anche una quercia monumentale centenaria.
«Ma l’intervento si conferma un intervento incidentogeno. –commenta Di Giampietro–Oltre ad aver distrutto un bene paesaggistico e ambientale locale, la rotatoria continua a creare, con cadenza mensile incidenti gravi. Forse stiamo aspettado il morto per discutere, rivedere e cambiare un intervento stradale fuori norma e pericoloso? Può un ente che dovrebbe occuparsi di sicurezza stradale, realizzare interventi senza ascoltare il territorio, diventando fonte di insicurezza per utenti della strada e abitanti locali?»
Secondo webstrade la rotataria è fatta male, «fuori norma e senza attenzione al contesto ambientale e funzionale locale. E’ completamente eccentrica rispetto all’asse della fondovalle Tavo e priva dei requisiti geometrici di norma. Nonostante godesse di un bilancio di circa 1,3 milioni di euro per 3 interventi su varie strade statali dell’interno, ANAS ha realizzato un intervento pericoloso, al risparmio, senza ascoltare proteste e proposte di cittadini, tecnici ed ambientalisti locali. Cosa aspetta la Regione, il Prefetto o la stessa azienda ANAS a leggere i documenti e le diffide inviate e a discutere le modifiche dell’opera con cittadini e portatori di interesse ? Cos’altro deve succedere per ascoltare il territorio, rivedere gli errori ed attivare un processo di partecipazione? Forse ANAS è un ente extraterritoriale, che usando soldi pubblici può fare quello che vuole? Speriamo che qualcosa cambi prima che sia troppo tardi.» Conclude Giuseppe Di Giampietro