di Antonio Bini
Nell’autunno del 1931 si diffonde la notizia singolare e inattesa, ripresa dalla stampa nazionale, che riempì “di gioia milioni d’italiani che vivono in America” – come scrisse Il Secolo Illustrato del 15 novembre 1931 – in un articolo dal titolo “Un abruzzese, custode della porta dell’America” – che alludeva alla scelta del presidente degli Stati Uniti Herbert Hoover di nominare Edoardo Corsi commissario per l’emigrazione. Per la prima volta, un emigrato italiano fu chiamato ad essere custode di Ellis Island, allora considerata la “Porta d’America”. Da questo articolo prendiamo spunto per ricordare la figura Edoardo Corsi. Il prestigioso incarico venne affidato ad un italiano, che da bambino aveva personalmente conosciuto la durezza del passaggio per l’isola di Ellis Island che definì “una bolgia infernale”.
Nato a Capestrano il 20 dicembre 1896, aveva già vissuto in tenerissima età, sul finire dell’800, una breve permanenza in Svizzera (esilio, come scrisse), al seguito del padre Filippo Corsi, repubblicano mazziniano, che per sfuggire alle persecuzioni governative di quel periodo scelse di emigrare a Lugano. Durante l’esilio nascerà una sorellina alla quale venne dato il nome di Helvetia, in omaggio alla terra svizzera. Filippo Corsi sin da giovanissimo era stato molto attivo sul territorio abruzzese, a sostegno delle riforme agrarie e della cooperazione, oltre ad essere impegnato per la sicurezza del lavoro nello stabilimento chimico di Bussi, tra le prime esperienze di industrializzazione del Val Pescara. Poco tempo dopo il rientro in Italia, Filippo Corsi venne eletto deputato nel collegio di Massa – Carrara. E proprio a Massa, dove era arrivato in treno per tenere un discorso in comune, fu colpito mortalmente da un infarto, lasciando nel dolore e nella miseria la moglie Giulia Pantano e i quattro figli. Edoardo, primogenito, non aveva nemmeno sette anni. Correva l’anno 1903. Nei mesi successivi, come in uso al tempo, un parente da parte del marito sposò la vedova per aiutarla a sostenere la famiglia. La difficilissima situazione economica indusse la famiglia – come tanti capestranesi – ad emigrare negli Stati Uniti nel 1907, dove erano già presenti altri parenti. Quello si rivelò un anno record per l’emigrazione, con oltre un milione di sbarchi ad Ellis Island. Qualcosa che doveva rimanere per sempre nella memoria di Edoardo.
La sua infanzia fu durissima. Insieme allo studio cercò di svolgere diversi piccoli lavori per concorrere nel sostegno della famiglia. Dopo non molto perse anche la madre. Con straordinaria tenacia e grande spirito di sacrificio conseguì nel 1922 la laurea in legge presso la Fordham University di New York. Nella stessa università molti anni dopo, Dominick Salvatore, un altro abruzzese, diventerà preside della Facoltà di Economia. Iniziò a pubblicare articoli su problematiche sociali su riviste come The Outlook e The World. Nel 1926 fu nominato direttore della Haarlem House che offriva servizi di educazione e ricreazione in favore della comunità italo-americana. Lì conobbe Emma Gillies, assistente sociale, che sposò nello stesso anno. Due anni dopo nacque il figlio Philip Donald.
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