Chieti – «Le mafie praticano tutte le stesse regole fondamentali: in primo luogo bisogna conquistare il territorio che si intende sfruttare. In questo modo si dichiara ai propri avversari malavitosi che quel territorio appartiene a chi è riuscito ad imporre il suo dominio. Il pizzo, oltre che essere una fonte modesta di reddito e per giunta parecchio esposta e quindi rischiosa, serve innanzitutto a marchiare il territorio di appartenenza: qui comando io e spaccerò droghe solo io; qui comando io e gli amministratori locali, in caso di lavori pubblici o licenze private, potranno essere corrotti o minacciati solo da me.
Secondo principio fondamentale. Dei territori ci si impossessa con una logica precisa: si parte da un punto e si conquistano i paesi che vi confinano. Non ci si muove a caso.
Se queste due osservazioni sono corrette se ne desume che gli avvenimenti criminali non vanno visti sempre come episodi isolati, ma se realizzati da organizzazioni criminali sono l’inizio o la continuazione di una strategia di conquista di una città o di una provincia.
Purtroppo queste evidenze sono sistematicamente sottovalutate o addirittura negate.
Ogni città, in forza di un infantile processo psicologico di rimozione, si sente immune da questo rischio. In Abruzzo siamo tranquilli, le mafie stanno in Puglia; a Chieti siamo tranquilli, le mafie stanno a San Salvo. E così quando un’auto brucia le spiegazioni sono sempre le stesse: la causa è stata un cortocircuito oppure la vendetta di un vicino o di un amante. Mai che possa essersi trattato di una intimidazione, di una minaccia.
E allora come si reagisce? Ovviamente denunciando, mettendo le forze dell’ordine nella condizione di spegnere l’incendio quando ancora è possibile. Ancor prima creando un clima di solidarietà con le vittime, che non devono sentirsi sole. Da qui una proposta semplice: l’Amministrazione Comunale (al di là delle parole di circostanza) organizzi una colletta per aiutare l’aggredito a ricostruire la sua impresa. La città faccia sapere che l’aggredito non è solo, che il territorio si difenderà collettivamente.
E nel frattempo si ripensi a cosa sta dietro le violenze della movida».
Michele Marino, Sinistra Italiana, Vice Segretario Provinciale Chieti
Gennaro Garofalo, Sinistra Italiana, Segretario circolo cittadino Chieti