«Nonostante la legge 38 del 2010, che prevede una rete nazionale per la continuità dell’assistenza al malato in ospedale e a casa, nella provincia di Pescara le cure palliative sono ancora un diritto negato. È da 6 anni che ci battiamo per questo tipo di assistenza, –ha aggiunto Maria Faieta – Associazione i Colori della vita– ma non abbiamo mai avuto una risposta chiara e definitiva né dalla Asl né dalla Regione. Le cure palliative domiciliari specialistiche sono un LEA, un Livello essenziale di assistenza, e devono dunque essere garantite a prescindere dai bilanci di ASL e Regione. Molti pazienti non sanno nemmeno di avere questo diritto della legge sul dolore e non sono informati sul fatto che queste cure siano gratuite e che siano rivolte non solo a chi è affetto da patologie oncologiche ma anche da altre malattie come le demenze, il Parkinson, la SLA, le malattie respiratorie croniche.»
«Le cure palliative – ha commentato concludendo Silvio Paolucci, capogruppo del Partito Democratico in Consiglio regionale– sono cure specialistiche attive e globali che richiedono professionalità appositamente formate e qualificate ed hanno lo scopo di garantire la miglior qualità di vita possibile alla persona malata, nel principio dell’ umanizzazione delle cure. Per questo le cure palliative e la terapia del dolore rappresentano un traguardo di civiltà e l’assenza della rete delle cure palliative domiciliari nella ASL di Pescara è una situazione inaccettabile e incomprensibile che fa emergere l’assenza della Regione Abruzzo nel suo ruolo di controllo delle attività dell’Azienda Sanitaria Locale e in termini di mancata trasparenza nella pubblicazione e nell’invio di atti e documenti che si richiedono.»