Pescara – «”Tra bellezza e…monnezza“: così si presenta la foce del Saline tra Montesilvano e Città S. Angelo. Da un lato si conferma come luogo dove poter osservare animali rari o poco comuni e dall’altro mantiene le sue caratteristiche da slum da quarto mondo, tra rifiuti e degrado territoriale a pochi metri dalle spiagge.»
È il triste commento della Stazione Ornitologica Abruzzese che spiega come ieri Sandro Barile che è un loro socio, ha ripreso il Chiurlo maggiore, il più grande limicolo europeo, dall’aspetto molto particolare per il becco lungo e ricurvo, intento a cercare cibo nel fango della foce. É una specie di aree umide sicuramente poco comune in Abruzzo, dove si osserva soprattutto durante la migrazione da e verso le aree di nidificazione nord-europee. Ha un’apertura alare di oltre un metro.
«È bastato girare la macchina fotografica –commenta la SOA– per riprendere sulle sponde l’ennesimo spettacolo desolante fatto di rifiuti abbandonati. Purtroppo la foce del Saline continua ad essere terra destinata all’incuria e all’abbandono. I soci della Stazione Ornitologica Abruzzese ogni volta sono costretti a muoversi tra rifiuti di ogni genere.
Per posizione sarebbe l’ideale per poter fare osservazioni naturalistiche in quanto è una delle poche foci con un minimo di naturalità in un ambito costiero antropizzato come pochi. Per questo, nonostante tutto, è un luogo di sosta e rifugio per i poveri migratori che si muovono lungo una costa adriatica sopraffatta dal cemento.Purtroppo i tentativi di tutelare attivamente questo luogo si sono scontrati contro un muro di menefreghismo e incapacità degli enti di preservare questo lembo di natura attraverso operazioni di sorveglianza e controllo adeguati e misure per il restauro naturalistico. Ovviamente la Stazione Ornitologica Abruzzese ha fatto l’ennesima segnalazione agli enti affinché rimuovano quei rifiuti cercando di accertarne anche la provenienza.»