mercoledì , 27 Novembre 2024

Imprese danneggiate dall’emergenza Covid: le associazioni di categoria «Legge regionale nel cassetto da maggio»

Adesso, rivolgendosi direttamente all’opinione pubblica perché comprenda le ragioni della protesta, le associazioni promotrici dell’appuntamento odierno con gli organi di stampa tornano a sottolineare gli elementi di urgenza che stavano alla base del provvedimento: la difficoltà per un numero consistente di micro e piccole imprese di accedere al credito garantito attraverso il Fondo centrale di garanzia; la necessità di far fronte alle emergenze di carattere finanziario e di liquidità; la ripresa del pagamento di tasse e imposte precedentemente bloccate; i benefici che gli investimenti effettuati avrebbero avuto sul sistema economico regionale; il coinvolgimento dei confidi che avrebbe consentito un effetto moltiplicatore delle somme stanziate. Tutte ragioni la cui validità è oggi confermata anche dall’autorevole voce dell’Associazione Bancaria Italiana, l’Abi, che ha lanciato più volte l’allarme sul rischio di insolvenza per molti piccoli imprenditori: motivo questo, per chiedere l’immediata applicazione delle legge con lo sblocco dei fondi. Evidenze che, ad oggi, risultano purtroppo vanificate dalla stasi assoluta in cui versa il provvedimento, di cui non è stato avviato alcuno degli atti indicati nel testo. Il tutto, mentre altre amministrazioni di territori vicini – pensiamo alle Marche – mettono in campo risorse ingenti per sostenere il mondo della micro impresa a rischio tracollo attraverso analoghe misure finanziarie.

Si tratta dunque di una situazione inaccettabile, che colpisce ulteriormente le speranze di ripresa di alcuni settori che – come il turismo – hanno pure alle spalle una stagione estiva positiva, ma che non hanno potuto contare sul sostegno promesso e che ora si trovano a dover fare i conti con una nuova crisi in ragione della ripresa dei contagi e della cancellazione di prenotazioni in serie. A rendere ancora più inaccettabile il quadro, va detto, contribuisce anche la stridente differenza di passo utilizzato per l’approvazione di altri provvedimenti, anche in sede consiliare per cui – al di là delle considerazioni circa l’opportunità – si è proceduto a tutta birra. E che dire, infine, dei 10 milioni di euro del programma RESTART, stanziati addirittura dal Cipe il 25 agosto del lontano 2018, in gran parte disponibili in cassa dal febbraio 2019, destinati all’Area Cratere del Sisma 2009 e fino ad oggi non ancora spesi.

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