sabato , 23 Novembre 2024

Imprese danneggiate dall’emergenza Covid: le associazioni di categoria «Legge regionale nel cassetto da maggio»

La protesta: «Non spesi 10 milioni di euro destinati al credito dei settori più colpiti»

Pescara – La legge regionale di sostegno destinata soprattutto alle imprese del turismo e della ristorazione danneggiate dalla zona rossa per l’emergenza Covid dichiarata dal Presidente della Regione Abruzzo, si è persa. Smarrita nel dimenticatoio della politica e nei labirinti delle istituzioni, nonostante fosse stata annunciata con grande enfasi e approvata addirittura il 18 maggio scorso. I giorni previsti per l’attivazione delle misure, fissati in quindici giorni, sono già diventati 245 ma di quell’intervento non si ha più notizia, mentre nel frattempo le imprese sono tornate in piena emergenza.

Lo denunciano le associazioni di categoria delle piccole e medie imprese d’Abruzzo Casartigiani, Claai, Cna, Confapi, Confartigianato, Confcommercio e Confesercenti, sigle complessivamente rappresentative di gran parte delle imprese della nostra regione, che questa mattina hanno tenuto a Pescara, nella sala Camplone della Camera di commercio di Chieti-Pescara, una conferenza stampa.

Con Graziano Di Costanzo, direttore regionale della CNA a fare da portavoce delle diverse sigle, erano presenti anche Luciano Marifiamma (presidente Confapi dell’Aquila), Lido Legnini (direttore Confesercenti Abruzzo), Fabrizio Vianale (direttore Confartigianato Pescara), Flaviano Montebello e Dario Buccella (coordinatori regionali Casartigiani), Gianluca Luminari (direttore Claai Pescara), con Roberto Donatelli, presidente regionale della Confcommercio in collegamento video.

Già dal nome della legge – hanno osservato i partecipanti – si ribadivano i motivi di urgenza ed emergenza che avevano indotto il Consiglio regionale a dare il via libera, prima della pubblicazione sul Bollettino Ufficiale il 19 maggio con il numero 9: “Misure a favore delle micro, piccole e medie imprese […] che hanno subito restrizioni previste per le “zone rosse” per effetto delle Ordinanze del Presidente della Regione”. Così come dalla prima dotazione finanziaria, indicata in 10 milioni di euro: fondi residui del periodo 2014– 2020, destinati a favorire l’accesso al credito di alcuni dei settori più duramente colpiti dalla pandemia da Covid-19, che più volte il mondo dell’imprenditoria abruzzese aveva chiesto con una sola voce. Un tempo enorme, insomma, quello trascorso da maggio ad oggi, in cui la Giunta regionale non ha in pratica indicato alcuna plausibile ragione di tanto ritardo: motivo, questo, che ha indotto Casartigiani, Claai, Cna, Confapi, Confartigianato, Confcommercio e Confesercenti Abruzzo a scrivere ripetutamente al presidente della Regione Marco Marsilio, all’assessore alle Attività produttive Daniele D’Amario, e agli stessi esponenti politici di Palazzo dell’Emiciclo per chiedere conto invano di questa mancanza così grave. Nonostante la legge – caso forse unico nella recente vicenda istituzionale regionale – fosse stata concepita con un larghissimo consenso delle forze sociali e votata perfino all’unanimità dall’Assemblea regionale.
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