Pescara – Marcia indietro anche se parziale in quanto l’evento si terrà, quella messa in atto dall’Amministrazione comunale di Pescara riguardo la presentazione del libro che Edda Negri Mussolini, terrà domani in Sala consiliare. Il Sindaco Carlo Masci dopo la valanga di critiche arrivate dall’opposizioni si è dissociato prendendo le distanze dall’evento e rendendo noto di aver «immediatamente invitato il presidente del Consiglio comunale a riconsiderare l’opportunità della presentazione del volume nella sala consiliare in questo particolare frangente storico e politico».
Il presidente del consiglio comunale Antonelli, dal canto suo ha deciso di non partecipare domani alla presentazione del libro, comunicando di aver chiesto agli organizzatori un posticipo sulla data, e sentito la questura per capire se vi fossero problemi di ordine pubblico. «La risposta è stata negativa. –ha fatto sapere Antonelli– Non voglio urtare la sensibilità di nessuno, però voglio ribadire che per non con-cedere la sala consiliare occorra una motivazione fondata, mentre qui siamo nel pieno rispetto delle regole».
LICHERI (SI) “ASSOCIAZIONE INESISTENTE DAL PUNTO DI VISTA DELLA COMUNICAZIONE”
«In merito all’evento su Rachele Mussolini e alle colpe di coloro che lo stavano per consentire, salvo poi (giusto) dietrofront, va sottolineato un aspetto grave non ben compreso. L’associazione richiedente, che non intendiamo menzionare, è letteralmente inesistente dal punto di vista della comunicazione.» È quanto fa osservare il Segretario Regionale di Sinistra Italiana, Daniele Licheri che aggiunge: «Scopriamo la sua esistenza e i suoi (due soli) membri solo dai mezzi di informazione che ne denunciano l’infamità del gesto. Non ve n’è traccia nella rete, non se ne conoscono statuto, atto costitutivo, soci, storico attività, e si nasconde dietro l’aggettivo di “neonata”. Questo aggiunge gravità a gravità. Oltre ai contenuti apologetici del fascismo, l’evento e i suoi ideatori non avrebbero dovuto nemmeno avvicinarsi al pensiero di chiedere l’utilizzo di uno spazio comunale, senza prima mostrare pienamente e correttamente la propria esistenza secondo modalità indicate dal sito del Comune. Invece è bastato rilevare la parentela di uno dei proponenti con un ex sindaco e l’appartenenza dell’altro proponente al mondo giornalistico locale per avere contezza sufficiente a giustificare la concessione del più importante e significativo e democratico degli spazi pubblici cittadini. Tutto ciò è semplicemente vergognoso, se si pensa come alle moltissime associazioni cittadine si chiedano molti (e giusti) requisiti di trasparenza circa identità, attività sociali e regolarità della posizione finanziaria. Se dunque è vero che la sala consiliare viene concessa a molte e ottime attività, moltissime altre sono le associazioni che, per la difficoltà oggettiva di tenere in piedi, oggigiorno, una realtà associativa e dunque di mostrare la qualità culturale e sociale del loro operato, non hanno tra i membri parenti di sindaci o personalità giornalistiche, com’è stato il caso dell’evento in questione. L’associazione richiedente dell’evento su Rachele Mussolini manifesta implicitamente vergogna di sé stessa oppure una coscienza lurida, nel non mostrarsi nemmeno su una semplice pagina o profilo social. E il livello della responsabilità della amministrazione comunale attuale deve alzarsi e di molto, oppure non basteranno costosissimi eventi di promozione turistica o marketing territoriale a lavare lo sporco mediatico suscitato da questo caso.»