Pescara – Non sono le minacce, le cause civili temerarie o le querele a intimidire i buoni giornalisti. Figurarsi se a far paura può essere l’insulto. Però la parola “frocio” rivolta inopinatamente al collega Giancarlo Falconi da un alto esponente del Partito democratico teramano come Enzo Scalone, nel commento a un articolo di sacrosanta cronaca e critica politica apparso su “Iduepunti”, una considerazione la merita.
Il Sindacato Giornalisti Abruzzesi, non si limita a condannare la villania di Scalone e a esprimere solidarietà al collega Falconi e all’intera comunità lgbt per l’ennesima gratuita espressione di incultura omofobica. A preoccupare è lo scadimento del confronto pubblico e l’insofferenza crescente del potere, a tutti i livelli in Abruzzo, nei riguardi della libera stampa.
Di fronte a una notizia scomoda è lecito confrontarsi, con tutti i mezzi che la legge sulla stampa e la giurisdizione mettono a disposizione di cittadini e istituzioni. L’attacco personale al giornalista, in qualsiasi forma portato, non è accettabile e lo respingiamo, con eleganza, al mittente. La condanna del Sindacato Giornalisti Abruzzesi si estende, anche in questa occasione, al silenzio e all’indifferenza della comunità politica di appartenenza del consigliere Scalone (soltanto un timido e malriuscito distinguo da parte della neo presidente provinciale del partito Francesca Di Gregorio), evidentemente meno attenta, nei fatti, al valore della libertà di stampa e al rispetto delle diversità di quanto professi a parole.