Pescara – È una questione di civiltà, prima ancora che di necessità: è datata 1986 la normativa che chiede alle amministrazioni italiane di lavorare per rendere le città più accessibili e inclusive. Eppure, ad avere il Piano per l’eliminazione delle barriere architettoniche sono solo pochissime località. Pescara ha avviato il cammino per elaborare il suo, con un sistema di confronto capillare con stakeholders e associazioni portatrici di interessi.
Ieri mattina, nella sala consiliare del Comune, si è svolta la riunione di presentazione delle linee guida del Peba voluta dall’assessore Luigi Albore Mascia, con gli assessore Nicoletta Di Nisio e Adelchi Sulpizio e con la presidente della commissione Politiche Sociali Maria Rita Carota.
“Si tratta di un lavoro importante che è in capo al Comune – ha sottolineato l’assessore alla Mobilità Luigi Albore Mascia – ma non può prescindere dal confronto con le associazioni. Le linee guida non sono il piano, sono un documento preliminare che fissa gli obiettivi e definisce il percorso. Il lavoro più concreto sarà poi quello di reperire le risorse anno per anno, e per questo mi viene in mente il piano triennale delle opere pubbliche, da investire per gli interventi sugli edifici pubblici e per l’arredo urbano”.
Ed è proprio sulla novità del metodo che insiste l’ingegner Andrea Veschi, appena nominato Disability Manager del Comune di Pescara: “Abbiamo ovviamente verificato come si sono comportate le città che hanno già compiuto in tutto o in parte il percorso per la redazione del piano – afferma – ma non intendiamo emulare per mero adempimento normativo le esperienze altrui. Vogliamo un piano che risponda effettivamente e concretamente alle esigenze delle persone alle quali è diretto. Per questo riteniamo prioritario il rapporto con le associazioni. Nei prossimi giorni le informazioni saranno pubblicate sul sito del Comune e io invito i portatori di interesse e le stesse associazioni a interagire, anche online, con suggerimenti e consigli”.
Le linee guida saranno prima approvate in Giunta, quindi passeranno all’esame della Commissione Politiche sociali, infine approderanno in Consiglio comunale.
“Dovremo lavorare su tre livelli – afferma ancora l’architetto Lisa Di Carlantonio – la raccolta dei dati, l’analisi dei dati e la predisposizione del progetto. Le diverse fasi saranno accompagnate da un monitoraggio costante in modo tale adattare il Peba alla evoluzione degli scenari urbani, e di conseguenza allo scalare delle esigenze e delle priorità”.
Il lavoro sarà effettuato, come precisa l’ingegner Alessandro Italiani, per ambiti di intervento. Ogni ambito avrà già in pancia l’individuazione delle zone, le specificità di ognuna e soprattutto il suo studio con le priorità definite. “E’ questo il cuore del metodo – conclude Italiani- che nei vari passaggi e con interlocuzione periodiche, condivideremo con i cittadini”.