L’Aquila – Sindaci di Avezzano, Tagliacozzo e Pescina in pressing sull’assessore regionale alla sanità, Nicoletta Verì, affinché le modifiche pro-riequilibrio della bozza del piano di riordino verso gli ospedali della Marsica “concordate” con i consiglieri regionali, Mario Quaglieri e Simone Angelosante, -presidente e segretario della commissione sanità-, arrivino alla meta senza sorprese.
Per avere le risposte attese per un territorio che conta oltre 140mila abitanti, i sindaci Gianni Di Pangrazio, Vincenzo Giovagnorio e Mirko Zauri hanno messo sul tavolo dell’assessore una lettera (girata per conoscenza anche ai consiglieri Quaglieri e Angelosante) con i tanti punti critici del piano corredata con una richiesta di incontro urgente “al fine di inquadrare al meglio gli sviluppi della riorganizzazione della rete ospedaliera della nostra realtà territoriale. Vorremmo che si ponesse un punto fermo su quanto già discusso e che credevamo acquisito nella riunione coi consiglieri regionali Quaglieri e Angelosante e con i medici”, sottolineano i primi cittadini, “evitando le diverse redazioni di testi che si susseguono con rapidità nelle molteplici bozze circolanti in questi giorni”.
Per i sindaci occorrono risposte chiare su numerose questioni rimaste appese per i tre ospedali a partire dal Santi Filippo e Nicola dove “l’aumento dei posti letto di area medica che doveva risolvere le lunghe attese dei pazienti in attesa di ricovero al pronto soccorso, l’unico per l’intera Marsica, che versa in una situazione da terzo mondo”, sottolinea Di Pangrazio, è rimasto nel novero delle pie intenzioni. “Nell’ultima bozza”, sottolineano i sindaci, “si rileva un aumento solo apparente di posti nel presidio ospedaliero di Avezzano: in realtà si tratta di 8 posti di rianimazione in applicazione del DM 34/2020 (rete covid), mentre la domanda di un reale incremento di posti letto in area medica non ha trovato accoglimento. Le richieste di valorizzazione della Stroke Unit sono state ignorate e questo non solo mortifica la qualità raggiunta dagli operatori ma impatta negativamente sulle tempistiche di intervento, cruciali in tale ambito: tale unità, in sinergia con radiologia interventistica e chirurgia vascolare, esegue un numero significativo di procedure classificabili come secondo livello, però è rimasta al primo”. Niente da fare anche per la richiesta di inquadrare l’ospedale come centro trauma di zona: è rimasto come pronto soccorso trauma.
Molte cose non quadrano anche sul versante di Tagliacozzo e Pescina. Sul versante dell’Umberto I i sindaci rilanciano la richiesta di conferma della titolatura di presidio ospedaliero munito della U.O.S.D. di direzione sanitaria. Nelle poche righe della bozza che ne descrivono il supposto potenziamento, in realtà è ridotto da presidio ospedaliero a vocazione riabilitativa (struttura d’eccellenza nella provincia e nella regione) a semplice P.T.A: il ridimensionamento è inaccettabile, non solo per ciò che l’Umberto I rappresenta in sé, ma anche in virtù del grande sforzo compiuto in questa emergenza pandemica, poiché data la flessibilità di utilizzo della struttura, è stato riconvertito in ospedale di riabilitazione-lungodegenza per pazienti Covid. Per queste esigenze sono stati attivati in brevissimo tempo 45 posti letto che hanno prodotto un forte risparmio economico della Asl. L’ospedale non può essere ridimensionato a semplice P.T.A. poiché garantisce prestazioni terapeutiche riabilitative di patologie in fase di post-acuzie. Qui vengono trattati pazienti provenienti da reparti per acuti con esiti di intervento cardiochirurgico per by-pass aorto-coronarico e/o sostituzione valvolare, esiti di infarto miocardico, altre patologie cardiache invalidanti quali lo scompenso cardiaco. Sul tavolo della Verì c’è anche la richiesta di conferma della U.O.C. per il reparto di riabilitazione cardiologica e la garanzia per i posti letto: 28 posti per la riabilitazione neuromotulesi; 12 per la riabilitazione cardiologica e i 10 in più per l’erigendo reparto di riabilitazione respiratoria.
Per l’ospedale della città Siloniana, invece, si ribadisce la richiesta di inquadrare il Serafino Rinaldi sul modello Guardiagrele che “ora è assimilato a stabilimento ospedaliero di supporto al nosocomio di Chieti. In quest’ottica il modello Guardiagrele riportato a Pescina risolverebbe e conterrebbe significativamente molte criticità che impattano sull’ospedale di Avezzano. Al momento, nel “Serafino Rinaldi” è previsto solo un setting di lungodegenza che si ipotizza sia funzionale alla risoluzione delle problematiche di sovraffollamento del Santi Filippo e Nicola di Avezzano”. Per Di Pangrazio, Giovagnorio e Zauri, quindi, la battaglia per far virare il piano di riordino della rete ospedaliera regionale verso la Marsica continua.