Pescara – Il convegno, dal titolo “Gli adolescenti e il patto educativo globale e inter-generazionale”, ha visto la partecipazione del ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, e del direttore dell’Ufficio scolastico regionale, Antonella Tozza, mentre l’apertura del lavori è stata fatta da Lorenzo Leuzzi, vescovo della Diocesi Teramo-Atri che ha collaborato alla realizzazione dell’evento.
La sfida delle generazioni future è saper incidere sul cuore della società in modo da dare vita a nuovi modelli culturali. Al convegno regionale on line organizzato dall’Ufficio scolastico regionale, l’assessore regionale all’Istruzione Pietro Quaresimale ha indicato le direttrici sulle quali sono chiamati a muoversi i giovani dopo l’esperienza della pandemia.
“E’ stato un momento importante di riflessione sulla scuola dopo un anno vissuto sotto il regime della pandemia. Ma è proprio da questa esperienza – ha sottolineato nell’intervento l’assessore Quaresimale – che la scuola e i giovani devono ripartire, creando le migliori condizioni per una educazione inclusiva, equa e di qualità in modo da potenziare quell’istruzione sensibile ai bisogni dell’infanzia, alla disabilità e alla parità di genere. In questo senso – ha proseguito l’assessore – tra i capisaldi del nuovo modello educativo ci sono: l’inclusione; l’investimento nell’educazione, nel benessere e nell’istruzione dei giovani; l’istruzione di qualità cooperando per migliorare i sistemi di istruzione e formazione, lavorando insieme e imparando gli uni dagli altri”. Oltre al convegno, l’evento ha previsto una sessione pomeridiana dedicati agli studenti che hanno presentato progetti educativi da calare sul territorio. La giuria – presieduta dall’assessore Quaresimale – ha selezionato il progetto innovativo; il premio, consegnato direttamente dall’assessore all’istruzione, consiste nella possibilità di illustrare il progetto in Consiglio regionale.
Il sindaco di Teramo D’Alberto “ un impegno nel quale coinvolgere tutti”
Il Sindaco Gianguido D’Alberto, questa mattina, ha portato il suo saluto, anche in qualità di Presidente regionale ANCI, al convegno “Con i giovani protagonisti nella storia. Gli adolescenti e il patto educativo e inter-generazionale”, organizzato dalla Diocesi di Teramo-Atri, in collaborazione con l’Ufficio Scolastico Regionale per l’Abruzzo, nel quadro della IV Veglia Mariana Internazionale dei Giovani.
Al convegno hanno partecipato autorevoli studiosi del mondo dell’adolescenza, tra cui il Ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi e Monsignor Vincenzo Zani, Segretario della Congregazione per l’Educazione Cattolica.
Il Sindaco ha centrato il suo intervento sottolineando come il patto educativo non possa prescindere dal ruolo fondamentale delle istituzioni e, tra queste, dei Sindaci che costituiscono un punto di riferimento fondamentale, anche al di là delle competenze istituzionali, per affrontare le difficoltà del nostro tempo.
“L’incertezza e il rischio di disorientamento – ha sottolineato il Sindaco di Teramo – ci impongono di sederci attorno ad un tavolo e costruire il villaggio educativo di cui Papa Francesco ci ha parlato, attraverso un patto che vada al di là dell’aspetto legato alla didattica e alla formazione, perché deve coinvolgere la vita sociale per intero”. Per D’Alberto, il sistema scolastico è straordinario perché ancora una volta ha dimostrato di riuscire a resistere e a riadattarsi garantendo il diritto all’istruzione, ma la pandemia ha portato a valorizzare alcuni assunti fondamentali con una prospettiva più ampia, che naturalmente coinvolga tale sistema ma non in forma esclusiva.
Quindi Gianguido D’Alberto ha focalizzato l’intervento sul tema che la pandemia ha fatto emergere con evidenza: quello dei diritti. “Il presente ha modificato la percezione della realtà, con la conseguenza che, ad esempio, si è compreso sempre più che nessun diritto va dato per scontato e non può prescindere da quello dell’altro, perché nessuno si salva da solo, come Papa Francesco ci ricorda; e il diritto dell’altro dipende da come noi esercitiamo i nostri diritti”.
In questo senso proprio la questione della tutela della salute ha lanciato implicitamente in questa fase un messaggio fondante che ben si attaglia all’argomento del convegno: “Il patto educativo si regge sulla solidarietà vera; esso consente di costruire una rete della quale tutti dobbiamo far parte, comprese le famiglie in cui l’educazione va al di la delle categorie anagrafiche; penso ad esempio – ha concluso il Presidente regionale ANCI – ai bambini dello 0/6 anni, che vanno considerati fin da subito cittadini della comunità; per essi va innanzitutto dimensionato il patto educativo, perché, a pensarci bene, più che il futuro che spesso si evoca quando si parla di loro, questi bambini rappresentano già il nostro presente”.