Teramo – In questo periodo, in particolare per predisporre le pratiche per ottenere le agevolazione dell’eco-sismabonus, i tecnici sono alle prese con le difficoltà di reperire, presso i Comuni, le copie dei titoli edilizi necessarie per attestare la conformità tra lo stato di fatto degli immobili e le autorizzazioni a costruire.
Molti professionisti lamentano tempi di attesa lunghissimi per ottenere le copie di licenze e concessioni edilizie e permessi a costruire, con difficoltà a reperire la documentazione se non si conoscono gli estremi esatti della stessa.
In merito il presidente dell’Ordine degli Architetti, Raffaele Di Marcello, evidenzia che “Se è pur vero che i nostri Comuni si trovano in difficoltà a causa del poco personale e dei carichi di lavoro notevolmente aumentati a causa dei sempre più numerosi adempimenti, va segnalato che l’accesso agli atti è un diritto riconosciuto dalla normativa vigente con modi e tempi ben delineati, ed i ritardi nella produzione degli atti richiesti comporta notevoli disagi, anche economici, a professionisti e clienti”.
Nel marasma generalizzato, però, emerge il caso dell’Archivio di Stato della provincia di Teramo, dove sono depositate le pratiche edilizie del Comune di Teramo fino al 1972 e l’archivio storico del Genio Civile, struttura in cui l’accesso agli atti è pressochè immediato, con il rilascio delle copie richieste in tempo reale, pur con le difficoltà legate alle restrizioni dovute alla pandemia.
“Ringraziamo il direttore Ottavio Di Stanislao – continua il presidente Di Marcello – per la disponibilità a fornire, in tempi celeri, un servizio essenziale per la comunità, e ci auguriamo che tutti i Comuni della provincia possano seguire l’esempio dell’Archivio di Stato, organizzandosi per la conservazione della documentazione, magari attraverso un Sistema Informativo Territoriale (SIT), che permetta in tempi brevissimi di conoscere tutti i dati relativi ad ogni singolo immobile”.
“Lanciamo un appello anche alla Regione – conclude l’arch. Di Marcello – affinchè eroghi fondi ai Comuni per la digitalizzazione e promuova forme di aggregazione per la gestione dei SIT, anche a livello provinciale, in modo che tecnici e cittadini possano contare su un servizio non più basato solo sulla buona volontà della singola amministrazione ma quotidianamente supportato da una tecnologia ormai disponibile da anni”.