Acerbo e Fars (PRC): «Chiediamo la chiusura di tutte le attività commerciali a Pasqua e Pasquetta su tutto il territorio regionale»
Pescara – “A Pasqua e Pasquetta potremmo ritrovarci all’interno di un paradosso folle, insensato e pericoloso. L’Italia in zona rossa, con sindaci e prefetti che si affrettano a chiudere piazze e parchi pubblici mentre la normativa vigente consentirebbe alle attività commerciali: negozi, discount, supermercati e ipermercati del settore alimentare (anche all’interno dei centri commerciali), catene dell’elettronica, ferramenta, negozi di abbigliamento per bambini, articoli sportivi ecc di rimanere aperti in quanto “essenziali” e grazie anche alla liberalizzazione delle aperture nei giorni festivi.»
È quanto denuciano Maurizio Acerbo, segretario nazionale PRC-SE e Marco Fars, segretario regionale PRC-SE Abruzzo secondo i quali non c’è alcuna ragione per cui le attività commerciali rimangano aperte a Pasqua e Pasquetta, «Non c’è alcuna ragione per cui lo siano normalmente figuriamoci dentro una pandemia, che in Italia uccide ancora oggi 300 persone al giorno. Chiediamo, come avvenuto lo scorso anno, che il presidente della Regione Abruzzo Marco Marsilio con propria ordinanza decreti la chiusura di tutte le attività commerciali a Pasqua e Pasquetta su tutto il territorio regionale. Una scelta da prendere celermente in modo da dare tutto il tempo alla cittadinanza di organizzarsi.»
I dirigenti di Rifondazione – SE ricordano come insieme ai sanitari, le lavoratrici e i lavoratori del commercio in particolare del settore alimentare dopo un anno di emergenza non si sono mai fermati, «il paese intero dovrebbe essere riconoscente a chi pur con contratti precari, con ridotte tutele, sottoposti a iper-sfruttamento non ha fatto mai mancare la propria abnegazione per mantenere aperti negozi e supermercati. Una categoria quelle delle commesse e dei commessi a stretto contatto con il pubblico che vergognosamente tutti i piani vaccinali, regionali e nazionale, hanno dimenticato. Rifondazione Comunista si è sempre battuta contro il far west delle aperture e degli orari. La totale liberalizzazione è stata votata da centrodestra e centrosinistra durante il governo Monti. Anche durante questa emergenza abbiamo rilanciato più volte le preoccupazioni e le richieste dei lavoratori del commercio».
Acerbo e Fars infine chiedono che fine abbia fatto la proposta del M5S sulla riduzione drastica delle aperture nei festivi.
«Al governo bisogna fare il cambiamento, predicarlo non basta, altrimenti si finisce solo di conservare la poltrona. Rifondazione chiede al Parlamento a gran voce di cancellare la norma che consente alle catene commerciali, ipermercati e supermercati mano libera sulle aperture domenicali e festive. Basta con l’iper-sfruttamento dei lavoratori della grande e media distribuzione, un iper-liberismo che ha determinato la crisi dei piccoli esercenti e distrutto i legami sociali. Quei legami che a maggior ragione dovremmo saper ricostruire dopo l’emergenza covid19».