Pescara – Il Piano Sanitario 2006-2008* della Regione Abruzzo disponeva ben 233 posti letto di Terapia Intensiva. Ad inizio pandemia, a febbraio 2020, erano diventati appena 94. In 12 anni un taglio netto del 60%. Il triste raffronto è il risultato di una approfondita ricerca di Rifondazione Comunista – Sinistra Europea che con il suo segretario regionale Marco Fars, commenta «Risultato frutto delle scelte dissennate sia dei governi nazionali da Monti in poi, sia della Giunta Chiodi (centrodestra) e sia della Giunta D’Alfonso (centrosinistra). Una distruzione progressiva che dovrebbe zittire e far vergognare sia la compagine di Marsilio sia il PD. Marsilio e Verì più che tagliare i nastri a favore di telecamera in questi giorni, dovrebbero solo chiedere scusa agli abruzzesi.»
Fars ricorda come abbiamo affrontato la prima ondata con una disponibilità massima emergenziale di 130 posti letto di Terapia Intensiva, la secondo ondata è partita con una disponibilità di 119 posti letto.
“Il picco di ricoveri in terapia intensiva nella prima ondata è stato di 75, nella seconda ondata di 91, e in queste ore l’ospedale civile di Pescara è costretto per saturazione a richiedere ricoveri fuori regione, stessa sorte per l’ospedale di Chieti. ”
Oggi i posti in terapia intensiva totale secondo l’Agenas sono 215, il tasso di occupazione è superiore al 40%.
«Un numero ancora inferiore a quello del 2008 –commenta il segretario regionale PRC– nonostante Commissari Straordinari, procedure di emergenza e un fiume di denaro pubblico. Dopo anni di tagli non bastano i posti letto ed ovviamente serve anche il personale medico sanitario che le 4 Asl faticano a reperire a seguito di mancano turn-over, esternalizzazioni e maggiori carichi di lavoro per piante organiche ridotte. Non basta un posto letto per avere il massimo delle cure necessarie, serve personale motivato e non sottoposto da mesi a carichi di lavoro massacranti sia emotivamente che fisicamente. Per questo come Rifondazione Comunista rilanciamo la nostra campagna per un piano immediato di 500.000 assunzioni nel pubblico impiego.
La pandemia è una cartina di tornasole. Le politiche “lacrime e sangue” hanno messo a rischio le vite umane perché in nome del “rigore”, delle “privatizzazioni”, del “blocco delle assunzioni” al momento del bisogno non c’era un numero sufficiente di terapie intensive per fronteggiare al meglio la crisi sanitaria. Come Rifondazione Comunista rivolgiamo un accorato invito a tutte le Associazione di Categoria che continuano a inveire contro il “Lockdown” di schierarsi con noi per la sanità pubblica e per l’aumento della spesa pubblica per la medicina territoriale. Con i posti letto in terapia intensiva del 2008 avremmo contato sulle dita di una mano le settimane di superamento della soglia del 30% e in ogni caso si sarebbe potuto fare lo sforzo per incrementare i posti disponibili affinchè la soglia di allarme rimanesse inviolata. (vedi tabella allegata).»
«Se l’Abruzzo ha il record di settimane trascorse in zona rossa è perché quella soglia l’abbiamo superata più volte e per lungo tempo sia nella prima che nella seconda ondata e sarà difficile aumentare ulteriormente i posti disponibili. »
In ultimo i posti letto di terapia intensiva, nel 2008 come oggi, sono per la quasi totalità all’interno di strutture ospedaliere pubbliche.
«Quando ci sono le emergenze a salvare la vita delle persone ci pensa la sanità pubblica non quella privata. La ragione è molto semplice, –commenta Fars– il privato sceglie i posti letto più remunerativi, dalla diagnostica alla riabilitazione alla sanità residenziale, difficile trovare un pronto soccorso privato! Solo Rifondazione Comunista ha avuto ed ha il coraggio ieri come oggi di denunciare che ogni taglio di posti letto del pubblico a fronte di “favori” alla sanità privata è un danno per la salute di tutti i cittadini.
Il virus ha avuto gioco facile trovando un sistema sanitario distrutto, dopo un anno di vuoti appelli e proclami, bisogna smetterla di giocare con le vite umane e fare l’unica cosa che consente di far “respirare” ospedali e personale sanitario, abbattere la curva dei contagi e dei decessi, un vero lockdown. È da imbecilli perseverare!» Conclude il Segretario PRC-SE.
* Nella tabella [1] qui in apertura dell’articolo si evidenziano le riduzioni già effettuate tra il 2006 e il 2008 in maniera massiccia soprattutto a danno del pubblico. Senza tornare sui fatti della Sanitopoli abruzzese, le cui nostre denunce sono note, è evidente che dal 2008 in poi si è fatto anche peggio facendo piombare la sanità nel baratro attuale.
29 Ottobre 2020 – Dichiarazione del Presidente Marco Marsilio
I posti letto nei presidi pubblici prima del Covid erano 94 (non 123). Sono stati portati a 123 (e in alcuni momenti a oltre 130) usando 17 ventilatori delle case di cura private e 12 della terapia ematologica dell’ospedale di Pescara. Passata la prima fase, tali apparecchiature sono tornate nella disponibilità originaria, da dove erano stati metaforicamente ‘saccheggiati’. L’attuale dotazione è 119, ottenuta aggiungendo 25 posti (e non 7) di nuova realizzazione. Altri 51 sono in corso di realizzazione per raggiungere l’obiettivo posto dal Decreto Rilancio: per attuare tale piano, il Presidente Marsilio è stato delegato come Commissario dal Commissario Straordinario Arcuri solo l’8 ottobre scorso, e sono già state affidate le progettazioni, e in alcuni interventi sono in corso le procedure di appalto dei lavori. Tra i posti aggiuntivi già attivi ve ne sono 4 di T.I. pediatrica: prima del Covid in Abruzzo non ne esisteva nemmeno uno, i bambini gravi andavano fuori Regione. I 26 posti occupati (dato di ieri) rappresentano una delle più basse incidenze d’Italia, non solo nei numeri assoluti, ma in relazione alla popolazione e al numero dei positivi. Segno che il tracciamento e l’individuazione precoce dei casi, che aiuta a ridurre i casi gravi, ha funzionato molto meglio della media nazionale. La disponibilità residua e la capacità di espansione del sistema (che prevede decine di posti di subintensiva pronti a diventare intensiva) consente di garantire la capacità di risposta del sistema sanitario abruzzese, nonostante la grave ondata in corso. Quanto ai 41 ventilatori forniti dal Commissario Arcuri e al quale risultavano 17 ancora inutilizzati, abbiamo fornito risposta riferendo che 11 non hanno superato il collaudo (sono quindi inutilizzabili) e gli altri sarebbero stati messi in funzione progressivamente seguendo l’andamento del fabbisogno, come è regolarmente accaduto. Lo ha dichiarato il presidente della Regione Abruzzo Marco Marsilio. (REGFLASH) US/201026 |
* Nella tabella [2] il grafico riporta l’andamento dell’occupazione dei posti letto di terapia intensiva dal marzo 2020 ad oggi. La soglia di rischio di occupazione Terapie Intensive (T.I.) è fissata al 30% dei posti disponibili ed è una delle componenti fondamentali per la definizione delle restrizioni ovvero, zona gialla, arancione e rossa. Le linee orizzontali evidenziano le soglie di rischio. È del tutto evidente che con i posti letto di Terapia Intensiva del 2008 (linea verde chiaro) la soglia sarebbe stata superata pochissime volte. Alla linea verde chiaro abbiamo sommato i posti letto aggiuntivi creati dal Piano Arcuri producendo una nuova soglia di rischio in azzurro che evidenzia come si poteva evitare quasi in maniera assoluta il congestionamento delle terapie intensive. Viceversa la riga rossa evidenzia la soglia con la quale abbiamo affrontato la prima ondata, la linea arancione il dato di partenza della seconda ondata secondo le stesse dichiarazioni del Presidente Marsilio e la linea verde scuro il dato attuale ancora al di sotto del 2008 pur sommando tutti gli sforzi del Piano Arcuri e quanto altro attivato.
Origine dei dati: Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento della Protezione Civile per la Regione Abruzzo