Pescara »Sono assai gravi le parole del Presidente della Regione Abruzzo Marsilio che non ha espresso una netta condanna rispetto ai fatti emersi grazie all’inchiesta della magistratura. Anzi il presidente difende il sindaco di Celano, Santilli di Fratelli d’Italia, agli arresti come altri amministratori. Marsilio ha la faccia tosta di elogiare l’amministrazione di destra travolta dall’inchiesta della magistratura come esempio di buongoverno.»
Così Maurizio Acerbo, segretario nazionale di Rifondazione Comunista – Sinistra EuropeaMarsilio è intervenuto aggiungendo: «non dice che al centro dell’inchiesta c’è un sistema clientelare e affaristico che aveva come capo indiscusso il vicesindaco Piccone, già sindaco, senatore e per anni coordinatore regionale di Forza Italia e Pdl.
Il Presidente della Regione invece di chiedere scusa per l’operato del suo schieramento difende un sindaco che Piccone usava come un pupazzo e che nella migliore delle ipotesi non risulta essersi mai opposto al sistema di cui faceva parte.
Quanto emerso finora sulla stampa dovrebbe indignare qualsiasi persona onesta.
Non solo i magistrati parlano di sistematica spartizione di appalti ma abbiamo letto sulla stampa vergognose ricostruzioni sulla concussione sessuale ai danni di una giovane lavoratrice precaria negli uffici del Comune.
Preciso che Marsilio al sottoscritto non può rispondere come ha fatto col Pd.
Noi accusiamo la destra con la stessa coerenza con cui abbiamo combattuto il malaffare del centrosinistra. Da anni ci battiamo senza se e senza ma per un’alternativa al bipolarismo degli affari e delle clientele».
Celano, Fina e Piacente (PD) rispondono a Marsilio: “Prende cantonate, sia grato a chi combatte il sistema di favori”
“È altamente probabile che le dichiarazioni del Presidente Marsilio sull’inchiesta ‘Acqua fresca’ siano state rese senza aver letto con un minimo di attenzione l’ordinanza di applicazione delle misure cautelari. Gli consigliamo di farlo e poi di rileggere le sue parole”: lo dichiarano Michele Fina e Francesco Piacente, segretari rispettivamente regionale e della provincia dell’Aquila del Partito Democratico.
Per Fina e Piacente “Marsilio parla di buona amministrazione capace di ‘sconfiggere la burocrazia e le lungaggini procedurali per arrivare al risultato’. Ma se le accuse fossero confermate, questa capacità sarebbe stata fuorilegge e condotta in favore di amici e sodali. Anche a fini politici ed elettorali. La quale cosa renderebbe le ultime elezioni amministrative (e forse non solo le ultime), delle quali Marsilio si vanta, gravemente inquinate. Anche per quanto riguarda il Pd, Marsilio prende una cantonata. Perché a Celano non ci sono solo esponenti politici agli arresti (cosa che comunque suggerirebbe una sospensione dal partito, come è costume nelle nostre procedure di garanzia, compreso nelle vicende pescaresi) e conseguenti polemiche politiche. A Celano c’è chi negli anni (già da prima che Marsilio diventasse abruzzese) ha combattuto con coraggio un sistema di favori che ha creato un impero politico. Oggi il principale protagonista di queste denunce, Calvino Cotturone, è vittima di minacce e a rischio di ritorsioni. Se Marsilio fosse capace di sentirsi per un solo momento il primo cittadino d’Abruzzo, farebbe anche solo una telefonata al consigliere Cotturone per esprimergli gratitudine e vicinanza, al di là di ogni appartenenza”.