Il WWF: “Si a una vera semplificazione, non alla deregulation” .
Normative comunitarie e nazionali da rispettare. Tanti i punti sui quali è necessaria una profonda riflessione a cominciare dalla viabilità forestale, dalla tutela e dalla indispensabile partecipazione
Il WWF Abruzzo ha inviato all’attenzione della 3ª Commissione del Consiglio regionale le proprie osservazioni, redatte anche sulla base dell’esperienza maturata nella gestione diretta di aree forestali in Abruzzo e nel resto d’Italia, sulla proposta di legge “Misure urgenti per il rilancio e semplificazione del settore forestale – modifiche e integrazioni alla legge regionale 4 gennaio 2014 n. 3”.
La proposta, che tende a modificare l’attuale legge regionale n. 3/2014, segnerebbe secondo il WWF un preoccupante passo indietro nella gestione del patrimonio forestale abruzzese: con il pretesto di apportare una semplificazione al settore, il d.d.l. allenta troppo i controlli e finisce per rendere possibili interventi non sempre compatibili con una gestione corretta e sostenibile.
In più passaggi della proposta di legge si evidenzia la possibilità di derogare a piccoli Enti, come i Comuni, alcune funzioni amministrative: ad esempio sui tagli colturali di superfici rilevanti, fino a 20 ettari, si pronuncerebbero gli uffici tecnici comunali anziché al Dipartimento dell’Agricoltura. Il rischio è che le funzioni in materia forestale, per propria natura particolarmente complesse, vengano affidate a enti che non sono in grado di effettuare tutte le valutazioni necessarie in quanto privi delle figure professionali necessarie per farlo.
Molto problematica appare anche la parte relativa alla viabilità forestale perché si introducono modifiche che potrebbero vanificare quanto ottenuto negli ultimi anni soprattutto in comuni montani ricadenti all’interno di aree protette: la nuova proposta di legge darebbe la possibilità di realizzare nuove piste temporanee di esbosco, ora giustamente vietate!
Le attuali normative (D.Lgs. 34/2018 – TUFF; L.R. 3/2014) stabiliscono inoltre chiaramente che la viabilità forestale è comunque chiusa al traffico ordinario (senza specificare il tipo di motore!) mentre la modifica demanda ai Comuni la responsabilità di determinare quali piste lasciare aperte agli automezzi, quali chiudere totalmente e quali parzialmente. Una deroga inaccettabile: tutte le strade forestali devono essere contrassegnate da un cartello di divieto di transito e talune dotate anche di barriera di chiusura. Il reticolato di strade sterrate e facilmente accessibili in aree montane è considerato uno dei fattori di minaccia per la fauna selvatica e in particolare per l’Orso marsicano, come chiaramente ricordato in vari documenti, tra cui il PATOM. Negli anni passati infatti, anche grazie a finanziamenti europei, molte delle piste montane sono state interdette al traffico con l’apposizione di sbarre. Senza considerare che facilitare l’ingresso in aree boscose con automezzi aumenta il rischio di incendi dolosi e/o accidentali.
La proposta poi sembra “dimenticare” dei precisi obblighi di legge: i Piani forestali di indirizzo territoriale (PFIT) devono essere redatti secondo modalità partecipative che coinvolgano gli enti e i portatori di interesse locale e vanno assoggettati alla disciplina di Valutazione Ambientale Strategica (VAS). Sembra inoltre che si voglia ignorare il fatto che la gestione delle superfici silvo-pastorali ricadenti nelle aree protette e nei siti della Rete Natura 2000 assicura la conservazione di habitat e specie di interesse comunitario ed è dunque necessaria la Valutazione di Incidenza Ambientale (VinCA).
La proposta di legge modifica infine anche la composizione della Consulta regionale forestale e fa passare per semplificazione quella che è invece una riduzione di rappresentanza di tecnici e portatori di interesse. Attualmente alla Consulta partecipano l’ex Corpo Forestale dello Stato, i rappresentanti delle aree protette naturali, la Federazione dei dottori agronomi, l’ANCI, l’Organizzazione professionale delle categorie agricole ecc.: con la modifica i componenti della consulta verranno nominati a seguito di autocandidature e non è espresso se a seguito di un avviso e in base a quali requisiti e criteri. La Consulta di fatto ha funzioni consultive e propositive in materia di programmazione forestale; deve essere quindi davvero rappresentativa di tutti gli interessi in gioco, specie in un sistema complesso e multifunzionale come quello forestale.
Nei prossimi giorni il WWF sarà ascoltato dalla competente Commissione consiliare regionale e chiederà ai consiglieri di rivedere l’impianto della norma con l’obiettivo di arrivare a una vera semplificazione di determinati passaggi delle procedure, ma senza che questo generi confusione tra le competenze dei vari Enti, contraddica le disposizioni nazionali quadro, limiti la partecipazione dei portatori di interesse e riduca la tutela in un settore con grandi incidenze sulla conservazione ecosistemica.