Penne – «Sollecitato dai cittadini di Penne, questa mattina mi sono recato all’Ospedale San Massimo del capoluogo vestino per svolgere una visita ispettiva, un po’ “particolare” per le limitazioni imposte dalla situazione Covid che non consentono di girare all’interno dei reparti. Ho preferito restare fuori per evitare complicazioni, ma nello stesso tempo ho avuto occasione di parlare con diversi responsabili e operatori, che ringrazio per la voglia di contribuire al miglioramento della sanità vestina» A comunicarlo è il Consigliere regionale del PD Antonio Blasioli.
«Non mi iscrivo all’eterno dibattito sullo stanziamento dei fondi per l’ospedale; si comprende dalla documentazione. Mi sono invece voluto occupare oggi di alcune circostanze che minano alla base il diritto alla salute dei pazienti vestini e anche il diritto a un lavoro dignitoso di medici e infermieri.
Devo purtroppo constatare che quanto riferitomi corrisponde al vero e, in attesa di poter entrare all’interno dell’Ospedale di Penne (con tempi in cui sarò meno d’intralcio), ho cercato di evidenziare alcune questioni che saranno oggetto di una specifica interpellanza.
Più che trattare di questioni personali, che pure meriterebbero attenzione, ciò che mi ha colpito è il funzionamento dell’Ospedale.
Il primo aspetto attiene alla carenza di organico, situazione comune al reparto di medicina e a quello di chirurgia, ma anche a radiologia.
Il reparto di Medicina non ha un direttore, se non il facente funzioni Dott. Dante Orlando. E’ facente funzioni dal 2018, ma ciò che più colpisce è la presenza ad oggi di soli 4 medici (di cui due, per valide ragioni, impossibilitati ad eseguire il turno notturno). Questo significa che per i turni di guardia interdivisionali, cioè le notti e i festivi, i due medici debbano turnarsi tra di loro. Fino a qualche tempo fa i turni si ripartivano su 14 medici. E’ una situazione in spregio a qualsiasi previsione di legge e alla direttiva europea sui limiti orari di lavoro e già questo sarebbe valido per farne un argomento di denuncia pubblica, ma lo è ancor di più per la sicurezza degli utenti. Questa mattina i medici venivano da turni consecutivi e la stessa cosa si verifica abitualmente durante il mese. Ciò lede la dignità del lavoro dei medici, contravviene alla legge ma è soprattutto un pericolo per i pazienti, curati da medici sicuramente affaticati da questo continuo impegno.
Voglio ricordare che la direttiva europea impone “il rispetto del limite massimo di 12 ore e 50’ di lavoro giornaliero; il rispetto del limite massimo di 48 ore di durata media dell’orario di lavoro settimanale, compreso lo straordinario; il rispetto del limite minimo di 11 ore continuative di riposo nell’arco di un giorno”.
Nell’Ospedale di Penne, invece, un medico può ritrovarsi a coprire ininterrottamente 3 turni (pomeriggio-notte-mattina)!
Questa situazione va risolta immediatamente.
Non con annunci di concorsi: a Penne si annunciano concorsi da parte della giunta regionale di centrodestra da più di un anno. Non si muove nulla e tornerò alla carica per chiedere i bandi, ma va risolta anche nelle more della pubblicazione dei bandi ed è una situazione che ci impone di chiedere chiarimenti a chi sapeva dei pensionamenti ed avrebbe potuto prevedere queste sostituzioni.
Altra situazione che ho constatato è l’enorme difficoltà in cui è il reparto di Radiologia. Ho potuto sentire dalla voce di un infermiere che la prima tac con mezzo di contrasto è possibile solo a partire dal 23 febbraio. Pensare che un paziente debba aspettare oltre un mese per una TAC significa aumentare la degenza dei ricoverati e allungare soprattutto i loro tempi di cura.
Questa situazione è causata anche dal mancato rispetto del decreto 70, che impone che l’Ospedale sede di pronto Soccorso deve avere la radiologia aperta per 12 ore al giorno con il medico radiologo presente e deve avere il medico radiologo in pronta disponibilità nelle 12 ore notturne e festivi. Ciò non avviene al San Massimo di Penne, dove il medico radiologo presta servizio, su disposizione di Pescara, solo nel pomeriggio. Non è presente di pomeriggio e non è presente di notte. Ciò allunga i tempi di attesa ma mette a rischio anche i pazienti ricoverati che, per fare un esempio, in caso di embolia polmonare, avrebbero bisogno di questa Tac con urgenza e, nel caso, dovrebbero raggiungere Pescara da Penne. E’ normale questa situazione? E’ regolare? Si tutela la salute dei pazienti in questo modo?
Balza poi agli occhi la mancanza di una direzione sanitaria di ruolo a Penne, un coordinatore che possa svolgere queste funzioni e possa interloquire con i medici. Non è prevista. Capita così che ogni reparto agisca senza coordinamento.
Cito un caso. Il Pronto Soccorso di Penne ricovera pazienti destinati al Reparto di medicina anche in Chirurgia. Ciò crea due diversi problemi. I pochi medici di medicina sono costretti a effettuare tutto il percorso, all’aperto o in sotterranea, per raggiungere la chirurgia e visitare i propri malati che si trovano in altro reparto e di notte, con un solo medico di guardia, ciò significa sguarnire il reparto principale. Ma questo comporta problemi anche al reparto di chirurgia. La chirurgia elettiva, per gli interventi programmati, si trova sempre in difficoltà; ad esempio, questa notte in chirurgia sono stati ricoverati dei pazienti di medicina, di fatto occupando i posti che erano stati lasciati liberi per pazienti da sottoporre a interventi programmati di chirurgia. Questa situazione a limite della confusione incide ancor di più oggi, con una medicina che ha visto chiudere un intero piano e che ha visto ridursi i posti da 40 a 20 e che non vede spiragli per riprevederli.
La Chirurgia ha un organico “fuorilegge”, perché ci sono criteri contrattuali non valicabili e invece chi lavora in quel reparto compie un’illegalità quotidiana nell’orario di servizio. In chirurgia non è prevista guardia attiva, ma solo pronta disponibilità sostitutiva di 2 unità (perché un chirurgo non può operare da solo). In Chirurgia i medici sono 4; contrattualmente i giorni di pronta disponibilità sostitutiva mensile non possono essere più di 10. Avere una pronta disponibilità di 2 persone sui turni mensili significa avere necessità di coprire, su 30 giorni, 60 turni (30 x 2) + 4/5 turni diurni festivi, quindi una media di 68/70 turni di pronta disponibilità mensile. Considerato che i medici di chirurgia sono 4, ognuno di loro copre 20 turni (e non 10 come previsto dalla legge!). L’unità operativa in chirurgia non può lavorare in 4 persone, devono essere minimo 6.
Queste sono alcune delle situazioni che ho potuto verificare nel corso della visita di questa mattina. Voglio ringraziare medici e infermieri che a Penne fanno ben oltre il proprio lavoro e assicurare loro e la cittadinanza che queste situazioni saranno presto rappresentate in un’interpellanza a cui chiederò al Presidente Marsilio e all’Assessore Verì di dare risposta».