Pescara – Il nome del partigiano Renato Berardinucci, sulla targa della via a lui dedicata, è stato coperto forse nella notte con un foglio A4 che ritrae l’immagine di una targa di via intitolata al poeta e saggista statunitense Ezra Pound, insieme al testo il marchio dei “fascisti del terzo millennio“.
Il letterato è stato uno dei protagonisti del modernismo e della poesia di inizio XX secolo, negli anni venti arrivò in Italia dove simpatizzò per il fascismo fino a sostenerne il regime nel secondo conflitto mondiale, Pound infine si dimostrò critico senza però mai rinnegare il suo percorso.
Sul suo pensiero negli anni si è sviluppato un ampio dibattito tra le destre desiderose di renderlo un personaggio simbolo del loro pensiero e la sinistra che da tempo aprezza i suoi scritti.
Il filosofo Massimo Cacciari lo scorso anno quando la casa editrice di destra AltaForte cercò di associare il suo nome a quello di Pound, ebbe a dichiarare all’HuffPost – «È del tutto evidente che non c’è niente di più lontano dallo spirito poetico di Ezra Pound che gli slogan, le pratiche e i simboli nazionalistici di un gruppo di poveretti come CasaPound».
Su quanto avvenuto a Pescara registriamo l’indignazione dell’Associazione Partigiani d’Italia, del Partito Democratico Provinciale e regionale e del Segretario nazionale del Partito di Rifondazione Comunista Maurizio Acerbo.
L’ANPI CHIEDE AL SINDACO DI PESCARA DI CONDANNARE IL GESTO
«Sono storicamente mani sporche di sangue quelle che a Pescara hanno imbrattato la targa della Medaglia d’oro al Valor militare, il partigiano Renato Berardinucci. È inutile, i fascisti non cambiano mai e restano uguali a sé stessi anche a decenni di distanza, e con l’impunità di cui godono e di cui si sentono orgogliosi, questa volta hanno oltraggiato uno degli eroi più limpidi della lotta partigiana per la riconquista della libertà.
In attesa che la politica nazionale metta fuorilegge i gruppi neofascisti, chiediamo al Sindaco di Pescara di adoperarsi per ripulire senza indugi la targa di via Berardinucci e di prendere posizione con la solerzia cho lo contraddistingue, condannando il vile gesto.
L’ANPI di Pescara, nelle sue strutture provinciale e cittadina, auspica che sia debitamente sanzionato chi si è reso responsabile di questo gesto ignobile.»
ANPI – Comitato provinciale “Ettore Troilo” di Pescara
ANPI – Sezione “Giuseppe e Renato Gialluca” di Pescara
IL PARTITO DEMOCRATICO “RENATO BERARDINUCCI NON SIA SOLO UN’INDICAZIONE STRADALE MA MEMORIA VIVA DELLA CITTA’ DI PESCARA E DEI SUOI EROI”
«Verrebbe quasi da ringraziarli quei fascisti del terzo millennio che – provocatoriamente – hanno imbrattato la targa viaria intitolata a Renato Berardinucci, eroe martire della resistenza contro il nazifascismo.
Verrebbe quasi da ringraziarli perché oggi, a Pescara e non solo, in tanti – specie giovani e giovanissimi, grazie ai social network – si sono chiesti chi fosse quel tal Renato Berardinucci, che come tanti protagonisti della toponomastica cittadina sembrava condannato all’oblio dei navigatori stradali.
E scoprono che Renato Berardinucci, giovane 23enne originario – da parte di madre – di Picciano, studente del Liceo Classico a Pescara dopo il suo rientro in patria dagli USA, dove era nato, avvenuto qualche mese prima dello scoppio della seconda guerra mondiale, era stato tra i primissimi ad entrare nella resistenza abruzzese, comandante di una banda partigiana ed in prima linea nell’assistenza ai prigionieri alleati che fuggivano dai campi di prigionia presenti nella nostra regione; arrestato dai tedeschi e condannato a morte “non si dava per vinto, ma con un gesto di sublime follia, si scagliava armato soltanto della volontà e della fede contro il plotone di esecuzione”.
Un eroe, insomma, non una targhetta attaccata male su un cartello stradale.
Non ringrazieremo nessuno, anzi, ma cogliamo l’occasione per chiedere al Sindaco di Pescara un forte impegno a costruire una “mappa della memoria” della resistenza cittadina e dei resistenti pescaresi: dai martiri di Colle Pineta ad Aristodemo Maniera, marittimo di Castellammare Adriatico, capitano delle Brigate Garibaldi italiane in Spagna nella guerra contro il franchismo, tra gli organizzatori della guerra di Liberazione nelle Marche e padre costituente». Così Nicola Maiale, segretario provinciale PD Pescara
insieme a Michele Fina, segretario regionale PD Abruzzo hanno commentato quanto accaduto.
ACERBO (PRC) “OLTRAGGIO ALLA MEMORIA”
«I giovani neofascisti hanno ribattezzato via Ezra Pound la strada intitolata a un eroe della Resistenza in #Abruzzo. Parlo di fascisti perché il logo sul foglio è di un’organizzazione studentesca di quelli che si definiscono “fascisti del terzo millennio”. Che si tratti di una provocazione fascista è reso evidente non tanto dall’omaggio al poeta Ezra Pound quanto dal fatto che il bersaglio scelto sia un partigiano caduto eroicamente.
Il gesto non è un omaggio a un poeta ma un oltraggio alla memoria di un eroe partigiano che sacrifico’ la propria vita a soli 23 anni per la libertà di tutte/i. Auspico che il sindaco Carlo Masci condanni a nome della città questo atto fascista. In tutte le scuole pescaresi, di ogni ordine e grado, bisognerebbe far conoscere la storia di Renato Berardinucci: «A capo di una banda di partigiani ha strenuamente lottato contro le truppe tedesche finché catturato e messo al muro insieme ad altri compagni per essere passato per le armi non si dava per vinto, ma con un gesto di sublime follia, si scagliava armato soltanto della volontà e della fede contro il plotone di esecuzione. Col gesto disperato che gettava lo scompiglio nelle file dei carnefici, egli dava a se stesso la morte degli eroi, ai compagni la salvezza e la libertà». Sul sito dell’#Anpi la sua storia: https://www.anpi.it/donne-e-uomini/1720/renato-berardinucci
Oltre alla condanna morale e politica segnalo ai vigili urbani che dovrebbero multare Blocco Studentesco per affissione abusiva e alla Procura della Repubblica che andrebbero individuati i responsabili di un evidente atto di apologia del fascismo.
Tengo a precisare che si può apprezzare Ezra Pound senza essere fascisti, come fecero i poeti omosessuali e comunisti Pier Paolo Pasolini e Allen Ginsberg. La figlia di Pound intraprese negli anni scorsi un’azione legale contro l’appropriazione del nome padre da parte di una nota formazione neofascista.
Questa bravata spero serva involontariamente a far conoscere di più un eroe della #Resistenza.»
Così il Segretario del Partito della Rifondazione Comunista Maurizio Acerbo in un post sui social.