giovedì , 21 Novembre 2024

“ex filovia” ma con i bus elettrici : I greenway «peggior investimento pubblico d’Italia»

Pescara – «TUA spa, Società unica abruzzese di trasporto, acquisterà sei filobus (non dovevano essere otto?) del tipo Van Hool Exqui.City 18 T per la Strada Parco di Pescara e Montesilvano inadeguata ad accoglierli in condizioni di sicurezza, smascherando le birichinate sulla “ex filovia” sostituita dai bus elettrici della “nuova filovia”.
Un pateracchio degno della migliore commedia artistica napoletana!
Cinque bus elettrici di otto metri circa completeranno la flotta di 11 vettori complessivi a inquinamento zero (trascurando quello acustico che si aggiunge alle polveri sottili sollevate a ogni passaggio veloce dei vettori mastodontici a ridosso delle abitazioni civili), in dotazione a un impianto BRT abortito prima ancora di nascere, benché pronto all’esercizio regolare effettivo a giugno 2022 (ma non doveva partire a maggio 2021, carta vince carta perde?)».

L’analisi è a firma dei rappresentanti dei comitati Greenway, Antonella De Cecco, Gianni D’Intino, Roberto De Pamphilis, Maurizio Biondi e il portavoce Ivano Angiolelli che ironicamente fanno rilevare come grazie alle suppliche quotidiane a loro rivolte con puntuale attenzione e riguardo, il sindaco Carlo Masci e l’Assessore Luigi Albore Mascia hanno deciso di rivolgere a TUA i quesiti dei comitati.
«Che i tecnici interni non sono in grado di dipanare, –incalzano i Greenway– tanto è vero che hanno dovuto far ricorso a un consulente esterno esperto nell’interpretazione delle schede tecniche del filobus belga.
Un altro? Ma non c’era già un gruppetto di otto ingegneri super esperti a curare il sopralluogo apocalittico del 13 febbraio scorso sul malmesso cantiere della Filovia?
Tanto a pagare sarà come sempre Pantalone …
Leggeremo con grande attenzione la relazione che sarà rassegnata dal consulente esterno». 

«Nondimeno, –aggiungono i rappresentanti Greenway– sindaco e assessore non disdegnano, con encomiabile coraggio e sprezzo del pericolo, di mettere in gioco la propria credibilità politica – costruita in lunghi anni di militanza specchiata – sul peggior investimento pubblico d’Italia, nel giudizio reso a marzo 2017 dai magistrati contabili aquilani fin troppo remissivi.
Ne siamo dispiaciuti, al cospetto della straordinaria opportunità trascurata di liberarsi di un contratto capestro con la più favorevole risoluzione in danno dell’appaltatore gravemente inadempiente. Saremo giudici severissimi in occasione della resa dei conti finale che seguirà al clamoroso fallimento annunciato.
Che i comitati, naturalmente, faranno il possibile per scongiurare, benché avvertano gravoso il peso del dovere civico che portano avanti da lunghi anni con impegno, dignità e competenza.
Nel tentativo disperato di tutelare la Città e il territorio dai gravi danni patrimoniali e d’immagine impliciti nell’opera fasulla, che segnerebbe per il futuro in modo irreversibile la qualità della vita dei pescaresi.
Lì dove c’era il treno, –concludono i comitati – non potrà replicarsi un impianto ferroviario ben più impattante della vecchia Ferrovia Adriatica dismessa trentatré anni fa.
Attenzione!»
 

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