PESCARA – «La chiusura delle sale cinematografiche è una misura ingiustificata, soprattutto alla luce di cifre indiscutibili che descrivono questo settore come uno dei più virtuosi in fatto di misure di sicurezza. Ed è per questo che ne chiediamo la riapertura immediata». Dà voce alla rabbia e allo stupore dei tanti operatori della nostra regione, di fronte alle scelte operate dal Governo con l’ultimo Dpcm, la presidente di CNA Cinema e Audiovisivo, Anna Paolini, secondo cui «i dati in materia di sicurezza delle sale non possono essere messi in discussione: nel periodo tra il 15 giugno e il 25 ottobre scorso, hanno ospitato circa 5 milioni di spettatori, con un solo contagio certificato: questo vuol dire che le operazioni di sicurezza, che hanno comportato investimenti ingenti, hanno riguardato l’adeguamento di tutti gli standard previsti, dagli spazi al tracciamento dei posti, dalla sanificazione al distanziamento, dal ricambio dell’aria al controllo della temperatura e all’uso della mascherina obbligatoria. E stiamo parlando di un Paese, l’Italia, in cui esistono ben 2mila cinema con 4mila schermi. Se sarà necessario, pur di non chiudere, gli operatori sono disposti ad assumere comportamenti ancor più rigorosi e stringenti».
Dunque, sottolinea ancora Paolini, «alla chiusura delle sale corrisponderà l’apertura ufficiale – come detto giustamente dalla nostra struttura nazionale – di una crisi endemica del cinema, una filiera produttiva che investe contenuti, produttori, distributori, senza dimenticare industrie tecniche, fornitori, autori, maestranze, attività legate alla promozione e al marketing. Qualcosa come oltre 12mila operatori a livello nazionale, il 2% del totale delle imprese attive; numeri, già di per sé rilevanti, cui andrebbero aggiunti quanti forniscono alla filiera del cinema e dell’audiovisivo materiale di scena, abiti, falegnami, impiantisti, società di pubblicità e marketing, truccatori, acconciatori».
Come detto, sul tema è intervenuta Cna Cinema e Audiovisivo nazionale al Governo, oltre all’immediata riapertura delle sale, ha chiesto anche tutela per le piccole e medie imprese del settore, con «l’immediata deroga al “decreto Bonisoli” per l’obbligo di uscita per le produzioni indipendenti, l’attuazione immediata degli obblighi di investimento e programmazione sia dei broadcaster che delle cosiddette “OTT” (Over the top, ovvero imprese che forniscono servizi via internet, ndr), con conseguente decreto applicativo che doveva essere emanato a gennaio 2020.