È scomparso ieri il nostro carissimo compagno Adriano Gallerati, dirigente storico del Pci, sindacalista con la Cgil, sindaco comunista di Città S. Angelo, tra i fondatori nel 1991 del Partito della Rifondazione Comunista.
Adriano è stato una figura esemplare di rettitudine, fedeltà agli ideali, intelligenza politica. Era un vero intellettuale militante, cresciuto nell’epopea delle lotte contadine del dopoguerra quando si girava per i campi a raccogliere quote tessera pagate in grano.
Tutti i pregi della storia dei comunisti e del socialismo erano riassunti nella sua persona.
La coerenza ideale era sempre accompagnata dallo studio, dal ragionamento, dalla disponibilità al confronto e all’ascolto, dal garbo con cui dialogava e argomentava. Aveva un’attitudine di rispetto gramsciano verso le classi popolari. Con pazienza era in grado di farsi capire da tutti e al tempo stesso di imparare ascoltandoli. Non gli mancava mai il sorriso e lo sguardo brillante e disponibile che esprimeva un’umanità e una generosità che chiunque l’abbia conosciuto non poteva che riconoscergli. Conosceva il suo territorio, la sua storia, le problematiche delle persone che ci vivevano come nessun altro. Era uno che avrebbe potuto fare grandi carriere ma non aveva mai sgomitato. Era vissuto del suo lavoro e qualsiasi incarico lo aveva sempre assunto su richiesta dei compagni senza sgomitare, con umiltà e spirito di servizio. È stato un vero rifondatore comunista.
Nel 1991 non si oppose allo scioglimento del Pci per semplice spirito conservatore. Aveva detto no perché voleva proseguire una storia. E vedeva nello scioglimento del Pci non rinnovamento ma la rinuncia agli ideali e alla lotta per una società diversa. Sotto la sua guida saggia a Città S. Angelo il nostro partito crebbe fortissimo e diede un contributo eccezionale di idee a livello provinciale e regionale.
Ogni suo intervento nei comitati federali o nei dibattiti era illuminante, mai settario o divisivo, sempre teso a ragionare e comprendere le ragioni degli altri.
Incoraggiava noi giovani, si incuriosiva per i nuovi movimenti (dallo zapatismo ai “no global” all’ecologia), e al tempo stesso trasmetteva l’antica sapienza politica e organizzativa dei comunisti di una volta. Lo faceva sempre con modi non conservatori o nostalgici. Ascoltarlo era un piacere. Da lui non si imparava a fare i politicanti ma i militanti. Bisognava studiare, capire, non per fare i maneggioni e i furbi ma per portare avanti le proprie idee, per risolvere i problemi, per lottare con efficacia facendosi capire.
Ad amareggiarlo furono non solo la deriva dei suoi ex-compagni del Pci-Pds-Ds-Pd ma anche e soprattutto le scissioni che squassarono il partito nella sua Città S. Angelo come in tutta Italia.
I familiari hanno rispettato le sue volontà. Adriano non ha voluto funzioni religiose. È possibile porgere l’ultimo saluto presso la Casa funeraria De Bonis in via D’Annunzio 93 a Città S. Angelo fino alle 17,30 di domani mercoledì 7 ottobre. Ad accompagnarlo per l’ultimo viaggio la tessera e la bandiera rossa del partito e una copia del Manifesto.
Alla carissima moglie, ai figli, ai nipoti e a tutte le compagne e i compagni di Città S. Angelo il cordoglio di tutto il Partito della Rifondazione Comunista.
Perdiamo un compagno, un amico, un maestro. Sfortunati i giovani che non hanno avuto la fortuna a 14 anni di incontrare e conoscere compagni come Adriano Gallerati. Il miglior modo per rendergli omaggio è non rinunciare alla lotta. È questo che ci avrebbe chiesto e questo lo farebbe di nuovo sorridere come nei giorni di Genova 2001 quando nel suo cuore risuonava il ricordo del luglio ’60.
Maurizio Acerbo, segretario nazionale Rifondazione Comunista – Sinistra Europea