“Cibo sovrano. Le guerre alimentari al tempo del virus” (Mondadori), il libro scritto da Maurizio Martina, già ministro delle Politiche agricole e segretario nazionale del Partito Democratico, sarà presentato domani martedì 22 settembre alle 18 all’Aquila, alla libreria Colacchi in Corso Vittorio Emanuele 5. Assieme a Martina interverrà Michele Fina, direttore dell’associazione Transizione ecologica solidale e segretario del Pd Abruzzo. I posti saranno limitati per le esigenze di distanziamento fisico, si potrà anche seguire la diretta sulla pagina Facebook di Michele Fina.
Una prima presentazione si è svolta online con la venticinquesima diretta Facebook di “Un libro, il dialogo, la politica”, la rubrica curata da Fina, che ha discusso del libro assieme all’autore, definendolo uno sguardo sull’emergenza pandemica “dall’angolo visuale dell’agricoltura, dell’allevamento, dell’alimentazione. Si tratta di un settore, di un mondo particolarmente colpito. Il testo è dotato di un solido impianto economico e statistico”.
Martina ha spiegato che il libro è stato pensato e in parte scritto prima dell’emergenza sanitaria, e poi ricalibrato alla luce delle conseguenze della pandemia: “L’obiettivo è una rilettura della geopolitica del cibo, dalla produzione al consumo passando dalla trasformazione, che è stata molto modificata in questi anni segnati dall’amministrazione Trump, dalle guerre commerciali”. L’emergenza, naturalmente, ha indotto e accelerato ulteriori cambiamenti: “A marzo e aprile abbiamo contemporaneamente assistito, anche in Occidente, alle file delle persone in attesa di un pasto caldo e, negli stessi Paesi, alla scelta obbligata di aziende agroalimentari costrette ad abbattere capi di bestiame perché impossibilitate a trasformarle in cibo. Proprio su queste questioni ci sta consumando una delle frontiere del nostro tempo”.
L’autore ha sottolineato che i dossier alimentari e agricoli sono quelli più difficili e che producono le frizioni più aspre tra gli Stati, proprio a causa della loro importanza. A questo proposito, ha spiegato Martina, è rilevante osservare che se il cambiamento delle diete delle popolazioni di giganti globali come la Cina e l’India proseguisse a questi ritmi, “difficilmente riusciremo a garantire cibo a tutti”.
Fina ha messo in evidenza lo stretto rapporto tra “sistema alimentare e ambiente. Di fatto il modello seguito finora ha generato il contesto utile alla diffusione della pandemia. L’urgenza della transizione è evidente”. Per Martina è necessario “un punto di equilibrio, il chilometro zero è un pezzo della risposta ma non è l’unica via. Occorrono mercati aperti e regole forti, il Wto ha bisogno di un ripensamento”. Importante a questo proposito il tema del sovranismo, che proprio sul tema del cibo ha trovato decisive ragioni di esistenza, sebbene fornendo risposte sbagliate, visto che le guerre commerciali e i successivi dazi, a cui si è arrivati a causa degli scontri innescati dall’amministrazione Trump, hanno finito per danneggiare anche l’agricoltura americana, come nel caso dei produttori di soia. L’alternativa per l’ex ministro delle Politiche agricole è la “piattaforma unica europea dal punto di vista agroalimentare: non dobbiamo regalare ai sovranisti un tema come questo che è cruciale, dobbiamo essere coraggiosi e determinati ad affrontare alcuni punti”.
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