Sulmona – Attuate restrizioni per il contenimento dei focolai Covid a Sulmona, Bugnara, Lucoli, Civita d’Antino e Pettorano sul Gizio, ma la delibera regionale è poco chiara e tra gli esercenti scoppia il caos. A renderlo noto è il Consigliere regionale Giorgio Fedele del M5S.
È lo stesso Fedele che spiega: “Siamo già stati abituati a documenti scritti male da questa Giunta regionale, che rischia di creare enorme confusione prima e, in seguito, di dover nuovamente mettere mano alle delibere per aggiustare il tiro. Le restrizioni di specie previste dal Presidente della Regione Abruzzo Marco Marsilio sono contenute in un documento scritto probabilmente di fretta, tanto da non specificare, tra le altre cose, quali siano nel dettaglio le attività commerciali che devono essere sottoposte alla chiusura anticipata prevista per le ore 20:00. Sarebbe stato sufficiente fare riferimento ai Codici Ateco che identificano in maniera non fraintendibile le singole attività, così come fatto a livello nazionale dal Governo nell’affrontare le fasi più acute dell’emergenza Covid. La problematica, oltre che dagli stessi negozianti, ci è stata sollevata anche da alcuni commercialisti e consulenti del lavoro che non riescono a dare indicazioni chiare ai loro assistiti in quanto non contenute nel documento prodotto da Regione Abruzzo. In un momento così difficile che riporta un intero territorio all’incubo del lockdown sarebbe stato quantomeno opportuno fare attenzione e scrivere bene l’ordinanza. Si continua invece a lasciare spazio a interpretazioni e quindi, per esempio, un ristoratore la cui attività va ben oltre l’orario delle 20, non sa se tra i bar e alimentari è ricompresa anche la sua, visto che nel punto successivo all’orario di chiusura è previsto l’obbligo di tenuta del registro accesso clienti proprio per i ristoratori. Stessa questione riguarda altri esercizi come le pasticcerie, le gelaterie ecc. La confusione può portare a comportamenti scorretti tali da mettere i commercianti a rischio sanzioni o peggio esporre i cittadini al contagio. Si inseriscano i codici Ateco all’interno della delibera e si mettano in condizione tutti gli esercenti di seguire i corretti comportamenti in modo da sedare in pochissimo tempo la nascita di nuovi eventuali focolai e tornare quanto prima al normale svolgimento dei servizi”. Conclude.